Pesce crudo? A Martano due coniugi infettati dal batterio ‘anisakis’

Ultimo caso di anisakis segnalato dallo Sportello dei Diritti a Martano. Due coniugi hanno contratto l’infezione causata dal batterio che si trova nel pesce crudo o poco cotto. Giovanni D’Agata spiega le giuste precauzioni da assumere prima di mangiare cibi crudi

Dolori addominali violenti correlati a nausea e vomito. Sono questi i sintomi causati dall’Anisakis simplex, un'infezione parassitaria del tratto gastrointestinale causata dall'ingestione di prodotti ittici crudi o non sufficientemente cotti.

La moda del “pesce crudo” si sta diffondendo sempre più, soprattutto in Italia, ma, come “denunciato” da Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti “la scarsa informazione e conoscenza di tale patologia ha determinato la conseguenza che l’incidenza della malattia in Italia non è nota, anche se sarebbe maggiore nel Mezzogiorno dove tradizioni culinarie, specie nei luoghi di mare dove da sempre, si può dire, si consuma pesce e connessi crudi, avrebbero consentito una larga diffusione”.

Nei giorni scorsi, però, due coniugi di Martano, si sono presentati in Ospedale con i sintomi tipici dell’anisakidosi e le analisi effettuate dai medici hanno confermato la presenza del batterio all'interno del loro organismo.

“Il problema – prosegue D’Agata – é che, ci evidenziano gli stessi sanitari, non si tratterebbe di casi isolati, ma di una sorta di manifestazione della recrudescenza della patologia determinata dal fatto che sempre più persone sono solite mangiare prodotti ittici non cotti. L'aumento della diffusione, specie per questo periodo dell'anno, c'induce a ricordare ai cittadini alcune regole che dovrebbero guidarci nel consumo di pesce. In tal senso, le normative vigenti di riferimento sono il Regolamento UE 853/2004 e il Regolamento UE 854/2004. Le raccomandazioni dell'EFSA sono le seguenti: congelamento a -15°C per non meno di 96 ore oppure a -20°C per 24 ore. Cottura a 60°C al cuore del prodotto per almeno un minuto (il che significa max 5 minuti per le alici e almeno 30 minuti per un filetto di tonno). Vi é tuttavia da evidenziare che da qualche anno, ricerche specifiche avrebbero evidenziato che tali misure precauzionali non sarebbero di per se sufficienti per evitare completamente i rischi avendo dimostrato la presenza di allergeni nelle larve Anisakis particolarmente presenti a livello cuticolare. Gli stessi sarebbero resistenti alle temperature di cottura e di congelamento e potrebbero persino diffondersi nei tessuti del pesce infestato. Poiché però é pressoché impossibile impedire il consumo di pesce crudo data la diffusione di questa succulenta prassi culinaria – conclude- dovrebbero essere osservate da tutti, a partire dai singoli consumatori, ma soprattutto dagli operatori della ristorazione, tutte le misure possibili per ridurre al minimo i rischi connessi".