«In assenza di una pubblica richiesta di scuse e di emenda da parte di Don Antonio Musca, la Legge sarà l’unica strada da percorrere per tutelare l’immagine, il decoro, la dignità di chi si è speso per anni nel far nascere e crescere una manifestazione patrocinata dalla locale Amministrazione Comunale ed inserita del cartellone degli eventi di “Estate Galatea”, al fianco di laboratori per bambini, teatro e presentazioni di libri (sarebbe interessante sapere cosa ne pensano Rita Dalla Chiesa e Walter Veltroni, anche loro in cartellone)». Se ad alcuni la singolare polemica sollevata dal parroco del comune di Galatone contro la «Sagra del diavolo» ha strappato un sorriso, il “Collettivo Sbam” che ha organizzato la manifestazione, giunta all’ottava edizione, non ci sta ad assistere, senza rispondere, a quelle che definiscono vere e proprie accuse infondate.
Così, attraverso l’avvocato Giuseppe Calogiuri, Luigi Bruno e lo staff dell’Associazione culturale di promozione sociale hanno deciso di ‘ricordare’ al giovane curato di provincia «le implicazioni processuali che potrebbero scaturire da una serie di condotte lesive della dignità, del decoro e dell’immagine di chi, anno dopo anno, propone una vetrina di artisti fuori dai canoni dell’ordinarietà».
L’invito alla conversione
Per capire, bisogna fare un passo indietro e tornare all’appello di Don Antonio Musca in cui ‘invitava’ i cristiani a non partecipare all’evento. «Perché cerchi il diavolo colui che ti separa da Dio, colui che ti distrugge? – si legge – Il buon Dio che ti cerca, cerca chi è perduto e gli offre la sua amicizia. Se il Signore ti offre l’amicizia perché cerchi altre amicizie. Perché allora nei momenti tuoi di buio cerchi il Signore? Ecco chi è l’uomo, colui che dice Signore io non ti lascerò mai, sarò sempre con te, io Signore ti Amo. Ma poi basta niente, basta unafesta denominata “sagra del Diavolo” per dimenticare tutto l’amore. Basta poco e sono pronto a vendermi il Signore con una lettura di mano».
Da qui, l’appello alla conversione. «Carissimi amici organizzatori, amministrazione Comunale, forze dell’ordine, avete il compito di vigilare sulla nostra cittadina, il male abita nella nostra Galatone, la stiamo macchiando, i tanti giovani che scelgono il male, la droga, lo spaccio, lo spinello, la magia, e perché purtroppo non stiamo creando nulla di bello. Lo dico a voi responsabili convertitevi, profumate del dono di Cristo e non del diavolo, sappiate essere strumento di pace per i giovani che incontrerete».
Le scuse
La polemica, scoppiata sui social, rischia ora di finire nelle mani di un giudice. «Fortunatamente, replicano gli organizzatori, siamo dinanzi ad una platea di cittadini liberi e di buoni costumi, capaci di discernere cosa è veramente un atto sacrilego da una manifestazione culturale, organizzata da chi ha una famiglia e dei figli, sui quali inevitabilmente queste fantasiose accuse formulate nella penombra di una sacrestia, vanno a drammaticamente ricadere. Ma quanto accaduto, la pervicace ostinazione nel non voler fare un passo indietro da invettive, inviti privati al boicottaggio ed accuse di satanismo, conduce nella direzione di un buio pensiero medievale, che oggi ci si augurava di aver da tempo messo alle spalle».
«Che torni, quindi, a splendere quella libertà di espressione, prima che intervenga un Giudice, lui sì “arbitro in terra del bene e del male”, per dirla con le parole dell’eretico Fabrizio De Andrè».
