Pubblicità sessista a Lecce e Brindisi, ADOC:’La ditta ritiri tutto spontaneamente’

ADOC di Lecce e Brindisi denuncia:’Affissione di pubblicità sessista, serve rispettare l’identità di genere. La ditta ritiri spontaneamente i manifesti 4×3′. L’episodio è stato già segnalato dall’associazione ai sindaci delle rispettive città.

Manifesti giganti, di misura 4×3 metri, che espongono in primissimo piano il deretano di una donna per pubblicizzare una ditta di arredamenti. Sono apparsi in questi giorni sia a Lecce che a Brindisi. Nel capoluogo salentino, peraltro, “l'affissione è visibile sulle plance affidate alle società private di pubblicità e non su quelle destinate alle pubbliche affissioni gestite dalla Dogre”. Così ADOC, associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, reclama attraverso una nota stampa diffusa alle redazioni locali. Al centro della discussione, un problema non nuovo: “purtroppo il sessismo e la pubblicità hanno spesso incrociato le loro strade, contribuendo non poco al degrado culturale delle nostre città e del nostro Paese”.

Ma se le aziende non sono ancora convinte che a ciò vada detto basta, lo sono i consumatori – prosegue il comunicato giunto sulla posta elettronica di Leccenews24.it – non solo quelli che hanno contattato Adoc di Lecce e di Brindisi per segnalare i manifesti, ma tutti i cittadini che credono nel rispetto dell'identità di genere, nella parità e cercano di contrastare una visione degradante del corpo della donna, solo funzionalizzato ad aumentare i profitti delle aziende”.

Adoc ha comunque segnato la circostanza rispettivamente ai sindaci di Lecce e di Brindisi, chiedendo alla ditta ritirare la pubblicità in questione. “Le Amministrazioni di Lecce e di Brindisi adoperino per nel farsi parte diligente per la redazione di un codice di autoregolamentazione in tema di pubblicità, come è già avvenuto in altre città tra cui Roma, Milano”. “Rimaniamo in attesa di un fattivo intervento nel senso richiestoconclude la notaBrindisi e Lecce, che  peraltro è “Capitale Italiana della Cultura 2015” non rimangano a guardare, ma dicano basta al sessismo come strumento di comunicazione”.



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