Il Nipt gratuito diventa legge: approvata finalmente la proposta dal Consiglio della Regione Puglia

Il Nipt, test prenatale non invasivo, che in queste settimane era in fase di studio dal Consiglio della Regione Puglia, diventa legge. Puglia prima regione in Italia.

Dopo la proposta di legge approvata inizialmente dalla Commissione della Sanità (CdS) e dalle Politiche Sociali della Regione Puglia, il Consiglio regionale della Puglia ha finalmente approvato all’unanimità la legge sull’implementazione del test prenatale non invasivo (Nipt), anche noto come test del dna fetale circolante su sangue materno.

La legge ha carattere sperimentale e in Puglia, regione apripista per questa attività, il test gratuito sarà un diritto per tutte le donne sopra i 40 anni o con fattore di rischio medio o alto per migliorare la qualità della gravidanza e il monitoraggio delle condizioni di salute per il bambino, limitando l’utilizzo di sistemi di diagnosi più invasivi, tra cui l’amniocentesi e la villocentesi.

Nipt gratuito: Puglia prima regione in Italia

La Puglia diventa la prima regione in Italia a dare alle coppie la possibilità, sull’intero territorio, di effettuare un test prenatale così importante e non invasivo in modo gratuito, evitando spese spesso insostenibili e rischi legati a esami più invasivi.

Sebbene a carattere sperimentale, per una durata di due anni, è il primo caso in Italia di copertura del servizio sull’intero territorio regionale, dato che in altre regioni, come ad esempio l’Emilia Romagna, la sperimentazione riguarda solo alcune province.

“È una legge di giustizia sociale che dà la possibilità a tutte le donne che ne abbiano bisogno di non sottoporsi a esami più invasivi e rischiosi, e alle coppie di vivere con serenità un periodo così bello e importante della propria vita”, spiega Donato Metallo, primo propositore e firmatario del disegno di legge.

“Il costo del test va dai 400 agli 800 euro e finora è stato a carico delle famiglie. Ma non ritengo giusto che chi non può permettersi questa spesa debba, in caso di rischio, sottoporsi a esami con pericoli per la donna e per il nascituro, come l’amniocentesi. Ecco perché in questi mesi ho lavorato con medici, genetisti e coppie di genitori a questa Legge, che oggi finalmente è realtà grazie a un voto unanime del Consiglio regionale e dei colleghi consiglieri che con me hanno sottoscritto questa battaglia di diritti, civiltà e modernità”, conclude il consigliere.