Giovanni Paolo II, il Papa che ha insegnato a non avere paura

Alle 21.37 del 2 aprile 2005 il cuore di Karol Wojtyla, Papa Giovanni Paolo II, smetteva di battere. Tra le sue frasi più belle quell’indimenticabile ‘Non abbiate paura’

18 anni. 18 lunghi anni. Tanti sono passati dalla morte di Papa Giovanni Paolo II, un pontefice rimasto nel cuore di tantissimi fedeli, giovani e meno giovani. Era il 2 aprile 2005, le lancette avevano appena segnato le 21.37, quando la notizia della scomparsa di Karol Wojtyla ha fatto il giro del mondo.

Terminava così il ‘viaggio terreno’ di uno dei Papi più amati dalla storia. Un viaggio cominciato il 16 ottobre 1978 con quelle parole pronunciate dalla finestra che si affaccia su una piazza San Pietro gremita. “Se sbaglio mi corriggerete” aveva detto il vescovo di Roma. Una frase che non abbiamo più dimenticato, come quel «Non abbiate paura». «Non abbiate paura. Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo».

Un Papa rimasto nella storia

Karol, rivoluzionario nei costumi e nella comunicazione, era destinato a scrivere pagine importanti della storia della Chiesa. Un sorriso perenne, l’amore per lo sport (amava la montagna e gli sci) e la forza di volontà. Forse, la migliore arma con cui è riuscito ad affrontare una malattia logorante, stancante, avvilente.

Non mollava, mai. Esempio lampante di come, nella sofferenza, occorra continuare a vivere per gli altri nonostante il pesante fardello della croce. Al di là del semplice ricordo esiste un’eredità importante, lasciata da Papa Woytila. Nel suo lungo pontificato ha viaggiato in quasi tutto il mondo, ha visitato quasi tutti i Paesi della terra, è stato il Papa dei giovani, «le sue sentinelle del mattino» come li chiamava. Sua l’idea di una Giornata Mondiale della Gioventù per avvicinare le nuove generazioni alla fede, i ragazzi (‘Papaboys’) alla religione cristiana, facendo comprendere loro l’importanza della condivisione, della fratellanza e della gioia quali temi fondanti, senza ovviamente trascurare il lato liturgico. Il vero cristiano è colui che porta con sé felicità, speranza, positività. Non si chiude in sagrestia, ma ci resta giusto per pianificare la prossima uscita. Quell’uscita verso le cosiddette “periferie esistenziali”, parafransando Papa Francesco.

Più di tutti, forse, fu un “Santo Subito” come invocato dalle milioni di persone che hanno voluto assistere al suo funerale. Molti piangevano, tutti pregavano. Indimenticabile quell’ultimo saluto a Wojtyla, quelle pagine del vangelo posato sulla semplice bara sfogliate dal vento.

Ci sarebbe da scrivere davvero tanto sulla storia di questo grande uomo, prima ancora che successore di Pietro. Il Papa delle scuse, dei mea culpa per i tanti, troppi peccati commessi dalla Chiesa cattolica nel corso dei secoli. Ma è impossibile ripercorrere tutte le tappe del suo pontificato, durato 26 anni, 5 mesi e 17 giorni.

Le frasi più belle

Meglio ricordare gli inviti più incoraggianti e belli del suo pontificato.

  • “Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro.”
  • «Damose da fa’! Volemose bene! Semo romani!»
  • “Il futuro inizia oggi, non domani.”
  • “Vi diranno che non siete abbastanza. Non fatevi ingannare, siete molto meglio di quello che vi vogliono far credere.”

E “Non abbiate paura”. Rivolto ad ognuno di noi, affinché nessuno rinchiuda nel cassetto i propri sogni; né tantomeno svilisca valori e personalità per adeguarsi alla massa.

Grazie a San Giovanni Paolo II, allora, per avercelo spesso ribadito. Grazie a Karol Woytila, il Papa che ci ha insegnato a non avere paura.



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