Quando la curva dei contagi è tornata a salire, spinta da Omicron e dalle sue sottovarianti, il Ministero della Salute – come raccomandato da Ema e Aifa – ha dato il via libera alla quarta dose di vaccino per gli “over 60” e per i soggetti fragili dai 12 anni in su. Un’arma in più in mano agli italiani per ridurre il rischio di conseguenze gravi in caso di infezione. Ma da quando è partita la nuova campagna una domanda sta tenendo banco: meglio il richiamo oggi o aspettare il vaccino aggiornato, disponibile secondo gli esperti in autunno? In fondo, questa è la vulgata comune, il virus si presenta per lo più con i sintomi di una influenza. Da qui il dubbio, se aspettare o meno. Una domanda a cui ha provato a rispondere Pier Luigi Lopalco sul suo profilo Facebook.
«L’offerta della quarta dose, per quanto estesa possa essere, difficilmente modificherà l’andamento della circolazione del virus. Va intesa dunque principalmente come misura di difesa individuale. Importante allora fornire al cittadino gli elementi per scegliere in maniera consapevole» si legge nel post in cui l’epidemiologo prova a dare un po’ di chiarezza.
«Il vaccino oggi in uso mantiene, al di là di ogni più rosea aspettativa, un’efficacia molto alta nei confronti delle forme gravi causate dalla variante BA.5 di omicron. Questa efficacia diminuisce progressivamente man mano che ci si allontana dalla data dell’ultima dose. Chi fa il richiamo oggi, dunque, ha una ottima chance di essere protetto da un evento, l’infezione da BA.5, che nelle prossime settimane sarà ancora piuttosto probabile» scrive. In altre parole, i vaccini a base di mRNA – Pfitzer e Moderna – determinano una buona produzione di anticorpi che però tendono a diminuire sostanziosamente dopo 4 mesi. Per questo il cosiddetto booster è consigliato solo se è trascorso questo tempo dall’ultima dose.
In autunno arriveranno nuovi vaccini “adattati” includendo la variante omicron. «Il principale vantaggio del nuovo vaccino è che molto probabilmente sarà più efficace, oltre che a proteggere dalla malattia grave, anche nel limitare l’infezione lieve o asintomatica. A patto che in autunno/inverno circoli una variante vicina ad omicron. Siamo sicuri che sarà così?». Allora che fare?
«Fare oggi un richiamo con il vaccino “tradizionale” non sarà comunque un impedimento, magari fra sei mesi – e solo se sarà necessario – a ricevere un ulteriore richiamo con un vaccino “adattato”».
Alla domanda Lopalco risponde con chiarezza.
«Meglio un uovo, pardon, un richiamo oggi – la cui utilità è evidente – piuttosto che aspettare il nuovo vaccino. Non ha senso, infatti, rischiare oggi di ammalarsi con una variante che ancora circola ad intensità molto elevata».
