Rincari del carburante, picchi dei prezzi fino a 2,5 euro al litro. Indagini sugli aumenti

Dopo la reintroduzione delle accise, sale il prezzo del carburante ma con molte anomalie che fanno sospettare speculazione.

È iniziato con un netto rincaro dei prezzi del carburante il 2023 che allo scoccare della mezzanotte del 1 gennaio ha visto un aumento immediato di 18 centesimi sul prezzo della benzina e del gasolio. È questo l’effetto del ripristino delle accise sul carburante: il precedente governo, infatti, aveva finanziato una riduzione delle accise per fare fronte agli aumenti del carburante come conseguenza diretta della guerra in Ucraina e delle sanzioni adottate dall’Europa alla Russia.

Tuttavia, come riportato da Ansa, non mancano le speculazioni sui prezzi che iniziano ad essere molto variabili a seconda del distributore e delle regioni d’Italia. Sempre secondo Ansa, è in corso una indagine da parte della Procura di Roma a cui si aggiunge un esposto in 104 procure da parte di Codacons che chiede alla finanza di indagare sui rincari.

Le ragioni dei rincari

Uno dei temi caldi della destra e della Premier Meloni in particolare, era stato proprio quello del rincaro a cui i partiti di governo attuale avevano dedicato la proposta di un tetto sul gas (il famoso “price cap”) per arginare possibili speculazioni. A questa proposta non erano mancate resistenze in Europa ma la situazione attuale sembra essersi ribaltata. L’Italia, infatti, è tra gli stati che ancora non hanno varato una misura efficace contro il rincaro del carburante mentre una parte degli stati europei più restii alla fine ha deciso di imboccare questa strada anche prima del Bel Paese. Intanto, negli scorsi mesi è arrivata l’apertura da parte dell’Unione Europea per un tetto al prezzo del carburante in comune tra gli stati membri.

Non sono ancora chiare le ragioni della mancato rifinanziamento del taglio delle accise che aveva tenuto più bassi i prezzi di gasolio e benzina. La manovra sarebbe stata da finanziare con la Legge di Bilancio per il 2023 ma si possono ipotizzare almeno due ragioni che hanno portato questo governo a non far fronte alla questione. Il periodo del tutto inusuale in cui il Governo si è insediato ha di fatto lasciato poco spazio di manovra, ragione per cui l’Esecutivo ha dovuto scrivere una Legge di Bilancio in fretta e furia. La seconda ragione è probabilmente legata alla reperibilità delle risorse per finanziare una manovra di questo tipo (complice anche la mancanza di tempo, come già detto).

Intanto, si sfiorano picchi di 2,5 euro al litro per il gasolio in autostrada mentre, seppure abbastanza stabile in Puglia (intorno agli 1,8 euro al litro), non mancano nemmeno nel Tacco dello Stivale rincari vistosi presso alcuni distributori, con punte di oltre 2 euro. Parte dal Codacons l’invito a boicottare i distributori più cari.