Galatina scende in campo per rinnovare il “Pippi Specchia”, con tute e pennelli al via il restyling dello stadio

I cittadini si uniscono per rilanciare lo stadio comunale e la società, travolta qualche anno fa da un un’inchiesta con risvolti sportivi.

Scendono in campo i cittadini galatinesi, tute, pennelli e cappellini al seguito per avviare i lavori di restyling dello stadio comunale Giuseppe Specchia, travolto, con i dirigenti della società, da un processo aperto dalla Figc.

L’accusa per gli imputati era di contiguità con il clan Coluccia, smantellato con l’operazione Off Side su cui si è pronunciata di recente la Cassazione, confermando la misura cautelare del carcere per il 69enne Luciano Coluccia, protagonista di frodi sportive commesse nell’annata 2015/2016, quando di fatto sedeva alla presidenza del Pro Italia Galatina agendo sotto prestanome.

Prosciolti dall’accusa, e caduta la richiesta di 5 anni di interdizione da ogni incarico sportivo, i dirigenti Adriano Margiotta e Federico Lisi sono tornati nello stadio comunale con al seguito un nugolo di cittadini per avviare piccoli interventi di recupero del campo. Pennelli, tute e tagliaerba sono stati messi a disposizione dagli imprenditori che hanno seguito da vicino gli interventi di restyling dello storico stadio galatinese, di recente al centro di polemiche tra i sostenitori del club locale e l’amministrazione Amante, accusata di negligenza e scarsa partecipazione alle vicende della casa del tifo galatinese. Parole di sostegno arrivano da Leonardo Donno, portavoce alla Camera dei deputati del M5s.

“Vedere i miei concittadini all’opera con tanta passione e voglia di contribuire attivamente alla rinascita dello stadio, mi ha davvero commosso – spiega il deputato dai natali galatinesi – ho raggiunto lo stadio con la mia famiglia perché avevo intuito che qualcosa di bello e unico stava accadendo. Un giorno di festa dedicato alla rinascita, per lanciare un messaggio forte e chiaro: mai smettere di sperare, basta volerlo. L’onestà premia sempre e vince. I galatinesi non hanno chiesto niente a nessuno. In una mano “dall’alto” ci sperano, certo. Ma non hanno alcuna intenzione di aspettare un segnale dalle istituzioni. E così il fai-da-te ancora una volta ci insegna qualcosa. Ci insegna il significato vero di partecipazione, ma anche il valore dello sport che unisce e fortifica il senso del fare comunità. Lo spirito giusto è la chiave di tutto”. Da Facebook arriva anche il commento del dirigente Adriano Margiotta.

“Ho dovuto e abbiamo dovuto sopportare tutto, i valzer dell’ipocrisia in primis, le passerelle e le opinioni di tutti i tuttologi che mai fanno, ma quanto chiacchierano. Resistere, credere fino alla fine era la cosa più difficile, non era da tutti, bisognava avere coraggio e lottare non per l’orgoglio ma semplicemente per la maglia e per quella stella che non poteva essere sporcata nuovamente. In questa brutta avventura qualcuno ha avuto quel coraggio e ha messo la mano sul fuoco dall’inizio alla fine. Ora mettetevi l’anima in pace, finiamola con questi film, quelli li fanno a Hollywood, i fatti sono quelli che contano PROSCIOLTI DA TUTTE LE ACCUSE e salvato il titolo e per quello che può servire l’onore di una città che per me va sempre difesa e mai abbandonata al suo destino perché è da vigliacchi”.

Intanto, con recente delibera, la giunta ha disposto la concessione dello stadio alla società Real Galatone, messa in piedi da imprenditori galatinesi facenti parte dell’organico societario.24



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