
A chi diceva, anche autorevoli uomini di cultura, che la donna non ha un cervello adatto per occuparsi di scienza, l’Istituto Professionale Antonietta De Pace di Lecce ha risposto con un seminario rivolto a studenti e insegnanti in grado di mettere in luce e in risalto l’enorme potenziale declinato al femminile che certamente arricchisce la società e la visione culturale propria del nostro tempo.
“ Le Donne e Scienza” si è chiamato l’incontro andato in scena questa mattina presso l’Auditorium Centro Risorse Freccia di Via Miglietta a Lecce, nel quale si è discusso di questo binomio da promuovere per varcare la frontiera di una nuova cultura e per sottrarsi a forme latenti di maschilismo che imperano ancora nella linguaggio, nella comunicazione, nella politica, nelle istituzioni e nelle realtà imprenditoriali.
L’evento è stato coordinato dalla Dirigente Scolastica Silvia Madaro Metrangolo e promosso dal Soroptimist di Lecce presieduto da Natasha Mariano Mariano.
“Donna e scienza è stato sempre visto per così dire come una sorta di contrasto”, ha affermato la numero uno del sodalizio leccese Natasha Mariano Mariano.
“Innanzitutto bisogna affermare che non vi è nessuna differenza con gli uomini per la comprensione e la risoluzione dei problemi matematici e di natura scientifica. Ci troviamo di fronte a un preconcetto che il Soroptimist oggi ha cercato di scardinare con l’ausilio della Dirigenza dell’Istituto De Pace. Abbiamo cercato di portare alla luce il fatto che le donne possono affermarsi e uno degli scopi della mia associazione è quello di portare alla luce e fare emergere il loro potenziale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la Dirigente scolastica dell’Istituto De Pace Silvia Madaro Metrangolo: “Abbiamo scelto di dare vita a questa collaborazione con la Presidente del Soroptimist, Natasha Mariano Mariano sicuramente per promuovere la cultura scientifica delle donne .
Conosciamo l’attenzione nei confronti delle materie scientifiche che viene promossa nella nostra istituzione scolastica. Oggi abbiamo dato vita al primo passaggio, che non è un punto di arrivo, bensì di partenza perché proseguirà l’attività dei docenti nel seguire le ragazze e i ragazzi lungo questo percorso.
È vero cerchiamo di potenziare la flessibilità femminile, ma come ha affermato la relatrice dell’Università del Salento, si deve parlare di peculiarità tra uomini e donne e non tra maschi e femmine che è ben diverso. È questo un concetto significativo su cui noi vogliamo porre l’accento non per discriminare o porre qualcuno davanti all’altro, ma proprio perché siamo in perfetta sintonia di intenti per la valorizzazione dei nostri talenti”.