Il rapporto del cittadino con un deputato o un senatore deve essere ripensato. Sono finiti i tempi in cui le segreterie politiche erano viste come una sede distaccata, ma privilegiata, dell’ufficio di collocamento.
Dopo le tempestose vicende alimentate dal vento dell’antipolitica abbiamo bisogno di ridare centralità al ruolo del parlamentare e utilizzare questo ruolo per un’alta e ampia visione democratica. Le segreterie diventino piuttosto dei laboratori di democrazia creativa, dove il cittadino possa andare a confrontare le sue idee, ad informarsi, e a proporre visioni mirate al progresso della propria comunità.
La segreteria politica di un deputato o di un senatore non è l’ufficio relazioni con il pubblico del Comune, è ben altro. E allora si ha il dovere di costruire un circuito nuovo, più virtuoso, più efficace.
In questi ultimi anni si è consolidata la tendenza a non attivare le segreterie politiche o a chiuderle, perché scambiate unicamente per un ufficio raccomandazioni. Basta così, invertiamo la tendenza. Facciamo in modo che il dialogo politico intercetti spazi di vitalità sociale e le segreterie dei parlamentari siano luoghi dove farsi ascoltare, per dire e per dare, non solo per ottenere. Così si cresce e si migliora la vita di un Paese democratico e moderno.
