Il Fisco non risponde al contribuente? Il debito si annulla, arriva la sentenza della Corte di Appello di Lecce

A rappresentare in giudizio il contribuente, l’avvocato leccese, Matteo Sances della Camera Civile Salentina. Soddisfazione da parte del coordinatore delle camere civili pugliesi, Salvatore Donadei.

Se il Fisco o l’Inps non rispondono entro 220 giorni alla lettera di contestazioni del contribuente il debito viene annullato per “silenzio/assenso”. È quanto stabilito dalla sentenza n.1539/2018 – che nel frattempo è divenuta definitiva in quanto non è stata impugnata – emessa dai giudici della Corte di Appello di Lecce che ha creato molto scalpore.

A rappresentare in giudizio il contribuente, l’avvocato leccese, Matteo Sances: “Abbiamo individuato questa legge quasi per caso mentre, insieme ai miei collaboratori, spulciavamo tra le centinaia di norme presenti nella Finanziaria 2013 (legge n.228/2012)”, dichiara il legale.

“Esaminando, infatti, l’articolo 1, comma 537, della legge abbiamo trovato scritto che i ‘concessionari per la riscossione sono tenuti a sospendere immediatamente ogni ulteriore iniziativa finalizzata alla riscossione… su presentazione di una dichiarazione da parte del debitore…’. Ovviamente la parte più importante della norma è sicuramente quella che stabilisce le conseguenze derivanti dalla mancata risposta dell’ente impositore. Per l’appunto, il comma 540, prevede che ‘trascorso inutilmente il termine di 220 giorni dalla data di presentazione della dichiarazione del debitore … le partite sono annullate di diritto’”.

“Tale pronuncia – spiega ancora l’Avvocato Sances – non è l’unica del suo genere, in quanto da qualche anno abbiamo ottenuto altre sentenze dello stesso tenore (come ad esempio la sentenza della Commissione Tributaria di Lecce n.2674/16 e la sentenza della Commissione Tributaria Milano n.5667/17) ma è sicuramente importante perché non è stata impugnata in Cassazione dagli Enti che dunque ne hanno ammesso la legittimità. È doveroso segnalare, infine, come il concessionario della riscossione abbia da qualche mese introdotto sui suoi atti apposite istruzioni riconoscendo proprio la possibilità di inviare l’istanza in caso di errori. Ovviamente siamo contenti che anche grazie a questa nostra battaglia si sia arrivati al riconoscimento di un importante diritto dei contribuenti”.

Grande soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Salvatore Donadei, Presidente di Camera Civile Salentina e Coordinatore delle Camere Civili di Puglia, per il quale “Risulta chiara l’importanza di questa legge in quanto stabilisce che se un contribuente riceve un atto esattoriale dalla vecchia Equitalia (ora Agenzia entrate riscossione) e ritiene che il debito sia palesemente illegittimo (stiamo parlando ad esempio di richieste di tributi già pagati oppure che erano già stati annullati con sentenza), può fare una semplice comunicazione al concessionario senza dover necessariamente avviare un’azione legale”.

“Rimane la domanda – conclude retoricamente Donadei – sul perché una legge così importante per i cittadini sia stata introdotta in pieno anonimato e scoperta quasi per caso e solo grazie alla tenacia di alcuni professionisti”.



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