‘Porto Badisco frazione di Uggiano la Chiesa’, un sogno che può diventare realtà

Luci accese su Porto Badisco grazie al Comitato per la tutela e la salvaguardia di uno degli angoli più belli del Salento. E spunta l’idea di ridefinire i confini

Porto Badisco è senza dubbio uno degli angoli più belli del Salento, uno dei tanti gioielli di una terra abbracciata dal mare, ma se molti punti della marina di Otranto, come Porto Russo, un’insenatura dove il mare ha un colore impossibile da ‘catalogare’, non è blu, non è turchese e nemmeno azzurro, “lu sbroia” per i più temerari o le Tajate, dove l’acqua è sempre fresca grazie ad alcune piccole sorgenti, hanno conservato la loro incantevole bellezza e la sfoggiano per far innamorare i turisti di passaggio, la baia, quella dove, secondo la tradizione, sarebbe sbarcato Enea, con il padre Anchise e il piccolo Ascanio, non è più una cartolina da immortalare con il telefonino.

La spiaggia dove approdò il mitico eroe di Virgilio dopo la fuga da Troia non esiste più dopo l’alluvione di qualche anno fa. Fu un risveglio amaro per i frequentatori di sempre e lo è ancora, anche per gli stranieri che restano senza parole davanti al tratto, cancellato dal maltempo. A distanza di anni, il panorama è sempre lo stesso e anche Enea, per quanto eroico, sceglierebbe altri lidi, abbandonando gli scogli appuntiti per altro approdi, per altri lidi come fanno tanti coraggiosi “vacanzieri moderni” che sognano di fare un tuffo nelle acque più limpide e blu del Salento, ma devono rinunciarci.

Chi conosce il posto, sa che non ha nulla da invidiare in tema di bellezza ad altre località, ma c’è un problema e deve essere affrontato per restituire al luogo quell’incanto che aveva prima della furia distruttiva del maltempo. Se n’è discusso ieri sera in un incontro fortemente voluto dal Comitato per la tutela e la salvaguardia di Porto Badisco, presieduto da Nino Viceconte in cui si è cercato di fare il punto sulla situazione della marina di Otranto, anche alla luce del progetto di riqualificazione previsto per ripristinare e mettere in sicurezza canalone e ex spiaggetta, un progetto che però stenta a partire a decollare.

Il “danno” non è solo di immagine. Per chi frequenta la zona da sempre e chi ci ritorna trovandola diversa da come era è una ferita aperta. Per questo, nell’assemblea al parco «Santi Medici» si è discusso anche di cosa poter fare per sensibilizzare l’opinione pubblica, non solo di Uggiano, ma anche dei comuni limitrofi, sulla questione di Porto Badisco. Alla fine si è deciso di chiamare in causa il Prefetto, dato che – secondo il Comitato – la condizione di degrado e di abbandono è anche una questione di ordine pubblico e di salute pubblica, magari convocando un tavolo per discutere delle possibili ‘soluzioni’ per Porto Badisco. In calendario c’è anche una protesta pacifica e civile, organizzata per domenica 6 agosto sulla spiaggia. Dalle 9.30 chiunque potrà unirsi alla manifestazione perché se una voce è difficile da sentire, più voci è difficile che passino inascoltate.

Porto Badisco frazione di Uggiano la Chiesa

Durante la riunione, poi, è stata “accarezzata” anzi riaccarezzata l’idea di ridefinire i confini di Porto Badisco. Un sogno coltivato da tempo, toccato in diverse occasioni, ma mai affrontato fino a ora che la questione ha assunto carattere di urgenza dopo il disastro causato dall’alluvione. È intervenuto anche Salvatore Piconese che, a nome del gruppo consiliare di opposizione, ha proposto all’amministrazione guidata da De Paola di avviare l’iter previsto per disegnare i nuovi confini del tratto di costa e di quello che, un tempo, era un piccolo borgo di pescatori come previsto dalle legge regionale 26/1973. Si tratta di una strada lunga, non certo priva di possibili ostacoli, ma non impossibile da percorrere come dimostra il caso di Casalabate.

«Considerata l’attuale situazione storica e politica – ha dichiarato Piconese in un lungo post pubblicato su Facebook – credo  sia opportuno affrontare finalmente questo tema, il quale, negli anni, è stato, da molti di noi, accarezzato e coltivato, ma per vari motivi non è stato mai affrontato politicamente dalle amministrazioni, e da chi ha ricoperto cariche pubbliche, di Uggiano La Chiesa. Iniziare a percorrere la via della ridefinizione dei confini di Porto Badisco significa aprire un’interlocuzione, con la costituzione di un “tavolo politico”, tra il Comune di Uggiano, il Comune di Otranto e la Regione Puglia, così come previsto dalla Legge regionale».

Andando indietro nel tempo Porto Badisco era già territorio di Uggiano e, prima che spiccasse il volo conquistando una meritata popolarità tutti conoscevano tutti: “lì si mettono quelli di Uggiano”, “Qua ci sono quelli di Minervino”. Ora quella popolarità sembra essere stata cancellata, come ha fatto il maltempo con la spiaggetta.