‘Avevo dimenticato che oggi è la mia giornata’, la storia di Viola contro ogni violenza e ogni retorica

In occasione della giornata contro la violenza sulle donne, raccontiamo la storia di Viola, una donna di Porto Cesareo. Un pezzo di vita vissuta contro ogni retorica e dietro le quinte delle tante manifestazioni sul territorio.

Quando ci ha contattato stamattina, Viola non ci aveva nemmeno fatto caso che oggi, 25 novembre, è la giornata contro la violenza sulle donne. Quando i pensieri si affollano nella testa e i problemi si accumulano dietro l’uscio di casa perdi anche la cognizione del tempo. Non riesci a stare dietro alle ricorrenze, alle date che hanno un valore simbolico.

Eppure niente più della sua storia ci ha ricordato che questa data va messa in rosso sul calendario e nella vita di ciascuno di noi. Niente più della sua storia dà senso ad un’iniziativa che deve portare ad una vera e propria rivoluzione culturale. Ma la retorica non serve, l’elenco delle manifestazioni a sostegno delle donne non basta.

Oggi Leccenews24 vuole raccontare la storia di una donna. Una donna sola.

«Aiutatemi a far sapere a tutti la mia situazione. Non ce la faccio più! Vivo in una casa, con due bambini, a Porto Cesareo, senza luce e senza acqua. Sono 9 anni che vivo in questa situazione, sono vittima di maltrattamenti e stalking da parte di mio marito che ora è ai domiciliari a pochi chilometri da noi. Ho bisogno di aiuto e voglio gridarlo a tutti!» 

Viola è una donna forte, lo capisci dalla voce. Va sempre di fretta, quasi che non volesse fermarsi, perché se si ferma crolla la corazza che si è costruita per tirare a campare. Una vita difficile, fatta di maltrattamenti e violenza in quella famiglia che dovrebbe essere l’approdo di ciascuno, il nido dalle difficoltà del mondo, dalle intemperie della vita. Invece niente. Una violenza dietro l’altra, senza ragione, senza motivo. Fino a quando non prende il coraggio a due mani e denuncia. Finalmente denuncia. Lo deve a se stessa e ai suoi tre figli. Una ragazza di 22 anni (che adesso vive la sua vita fuori, in maniera indipendente dal nucleo familiare) e due maschi di 17 e 9 anni. Meritano serenità loro, meritano dolcezza, meritano normalità.

La Giustizia fa il suo percorso e allontana da casa il marito e padre violento. Adesso deve stare a debita distanza da quelle persone che portano i segni dei suoi comportamenti anche nell’anima e non solo sul corpo.

Ma poi c’è tutto il resto. Poi la vita, proprio quando sembra che ti liberi dalle catene ti presenta sempre il conto. Ti mette davanti l’ennesima salita, per non perdere l’allenamento alle fatiche…E così Viola si ritrova, alla sua età, a non avere un lavoro, a non avere un soldo, a non sapere come fare per mandare avanti la baracca. Non ha denaro per pagare il pullman al figlio grande che va a scuola a Nardò; non ha i soldi per lo scuolabus del figlio piccolo e non ha nel portafogli il budget necessario per pagare le bollette del gas e della corrente elettrica.

«Chiedo aiuto al Sindaco e all’Amministrazione Comunale. Devono aiutarmi e sono certa che lo faranno! La mia casa è abusiva, lo so bene. Né mi nascondo dietro la frase ‘qui ce ne sono tante così‘. La mia casa è abusiva da quando è stata costruita e, fino ad ora, siamo andati avanti con il gruppo elettrogeno che ci consentiva di sostituire il nostro mancato allaccio alla rete pubblica. Ma adesso non ce la faccio più a spendere 20euro al giorno di gasolio per alimentare quel marchingegno. Non ce la faccio più! Come devo fare? Dal Comune mi fanno capire che avendo un’abitazione abusiva non mi autorizzeranno mai all’allaccio. Ma si può dire una cosa del genere ad una donna come me, sola, vittima di violenze che paga regolarmente l’Imu e la tassa per lo smaltimento dei rifiuti? Per queste due tasse esisto, sono viva e vegeta anche da abusiva; se devo chiedere l’energia elettrica e il gas divento trasparente, un fantasma, un soggetto che non ha più diritti, ma solo doveri. Possibile? Il Sindaco mi deve aiutare, lui è il primo cittadino proprio per questo, perché deve aiutare tutti gli altri cittadini e nel mio cuore sento che lo farà, sento che non mi abbandonerà».

Ha paura del maltempo, Viola dopo che l’allagamento della scorsa settimana le ha fatto entrare un metro d’acqua dentro casa. Ha paura. Si commuove appena si ferma un attimo per parlare. Perché poi tocca a tutti voltarsi indietro e pensare alle aspettative che avevamo per noi qualche tempo fa. A quello che speravamo ci sarebbe toccato in sorte. Ed è difficile fare i conti con le macerie che ci ritroviamo. Ci ha pensato la mareggiata della vita a fare rovine delle nostre speranze.

Ecco, questa è la storia vera di Viola (magari non si chiamerà così, magari è solo un nome di fantasia). Viola, di Porto Cesareo (il comune, invece, è un nome della realtà, non della fantasia). Domani ascolteremo il Sindaco che tutti conoscono come persona sensibile, attenta. Sarebbe bello poter dire a Viola, il giorno dopo la giornata contro ogni violenza sulle donne, che per lei potrebbe esserci una soluzione, per lei potrebbe esserci un aiuto. Sarebbe bello che nessuno le dicesse: ‘Signora, le faremo sapere’.

(la foto di copertina è di Maria Pacoda)