Tap, sul tavolo i ristori per il Salento. I sindacati: ‘Subito un tavolo per parlare di occupazione’

Ada Chirizzi, Valentina Fragassi e Salvatore Giannetto hanno scritto al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il senatore Mario Turco, per chiedere un incontro con le parti sociali

‘Abbiamo appreso dalla stampa degli incontri sulla vicenda delle risorse economiche messe a disposizione del Salento da Tap e Snam a titolo di “ristoro” per la realizzazione del Trans Adriatic Pipeline. Bene, anche per Cgil, Cisl e Uil la logica del “ristoro” è riduttiva ed insufficiente. Riteniamo necessario un incontro con le parti sociali per analizzare le ricadute degli investimenti infrastrutturali sul territorio, dal punto di vista sociale, ambientale, economico e soprattutto occupazionali’.

Non sono piaciuti al sindacato salentino, né nelle forme né nella sostanza, gli esiti dei primi incontri tra il governo e i referenti dei gasdotti della Tap e della Snam finalizzati all’individuazione dei ristori da riconoscere al territorio (ed in maniera particolare ai comuni interessati) a causa del notevole impatto dell’infrastruttura.

Il ristoro di per sé appare essere un’arma spuntata anche alla luce delle dichiarazioni che sono circolate in merito all’idea idea di un piano di ampio respiro, che tenga assieme il pacchetto finanziario delle due aziende, con le opportunità del Contratto istituzionale di sviluppo, dei fondi europei Next Generation Eu e Just Transition Fund.

Così i segretari generali territoriali di Cisl, Cgil e Uil – Ada Chirizzi, Valentina Fragassi e e Salvatore Giannetto – hanno scritto una lettera al sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il senatore Mario Turco, per chiedere la convocazione di un incontro con le parti sociali. Un tavolo politico, non solo alla presenza degli attori istituzionali, ma anche dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del territorio.

Per la Uil, la Cisl e la Cgil ancora non si sono messe a fuoco le ricadute occupazionali del piano di investimento. Sembra del tutto ovvio che in un momento particolare dell’economia nazionale e locale, su un territorio che ha dimostrato più volte, a tutti i livelli, di non gradire la realizzazione del gasdotto e di considerarla un’imposizione, la questione dei ristori e dei livelli occupazionali diventa la madre di tutte le battaglie. Una contrapposizione non proficua nemmeno da questo punto di vista e con degli importanti appuntamenti giudiziari alle porte potrebbe rendere la situazione ancora più calda dal punto di vista sociale.



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