“Da quando si è sviluppata la pandemia sul territorio Italiano il Sappe, sindacato autonomo Polizia Penitenziaria, sta denunciando come le carceri siano state abbandonate dallo Stato.
Sanguina ancora la ferita delle rivolte dei giorni 8 e 9 marzo in cui i detenuti hanno distrutto molti istituti, a causa del blocco dei colloqui con i familiari.
Un Ministro e un Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria competenti non avrebbero mai concesso quanto avvenuto, poiché interrompere all’improvviso gli incontri è stata una pura follia; bastava ridurre il numero dei familiari a una persona con mascherina, in attesa di un graduale stop totale, come peraltro ha fatto il governo con i cittadini”, prende il via così la nota con la quale, il Segretario del Sindacato Sappe, Federico Pilagatti, denuncia, ancora una volta la situazione drammatica che gli istituti di pena italiani e pugliesi stanno vivendo in questi giorni di emergenza causa coronavirus.
“Ora siamo arrivati a un punto cruciale – prosegue il sindacalista – per il quale mettiamo da parte le polemiche inerenti la mancata dotazione di mascherine e quant’altro, poiché la tensione nelle carceri pugliesi si mantiene molto alta, con gli agenti costretti a lavorare per 12 ore continuative e più, a causa del forte stato di agitazione dei detenuti e per cui potrebbe scoppiare il finimondo.
Il Corpo con grandi sacrifici riesce ancora a tenere sotto controllo la situazione, però pretende che si facciano con la massima urgenza per tutti i detenuti, poliziotti penitenziari, personale sanitario in servizio presso le carceri della regione, i test rapidi, in quanto è fondamentale avere quante più informazioni possibili sulla circolazione del virus.
Fino a oggi – continua – sono più di una trentina gli operatori in quarantena, per cui crediamo che con gli esami si possano tranquillizzare le persone che hanno a che fare con l’intero sistema.
È notizia di ieri che anche la Sicilia dopo la Campania, l’Umbria, la Toscana, il Veneto, ha deciso di attuare lo screening di massa negli istituti.
Sia chiaro non possiamo permetterci che scoppi un focolaio in un carcere poiché le conseguenze sarebbero disastrose, con gravi problemi di ordine pubblico.
Quindi Presidente Michele Emiliano insieme al suo staff scientifico disponga gli esami in tutte le carceri della regione, perché solo così si potrebbe abbassare il livello di nervosismo.
Se poi si pensa che Regione e sindaci non debbano interessarsi alle nostre problematiche si sbagliano clamorosamente”.
