Coronavirus, detenuti in rivolta. Momenti di tensione anche nelle Carceri pugliesi

Carceri in rivolta per il coronavirus. Detenuti sui tetti, incendi, aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria, celle distrutte.

Da quando sono stati sospesi i colloqui con i familiari per evitare che il Coronavirus entri anche nei penitenziari, creando un’emergenza nell’emergenza, i detenuti hanno cominciato a protestare. Le immagini che arrivano dalle Carceri di tutta Italia – da Milano a Foggia – raccontano momenti di tensione: agenti della polizia penitenziaria sequestrati e aggrediti, strutture messe a ferro e fuoco, celle devastate, sit-in sui tetti. E poi urla, dentro e fuori, dove si sono ammassati i parenti: chi per cercare di ‘far ragionare’ i familiari, chi per ‘fomentarli’.

Purtroppo, il bilancio di ore di follia conta anche alcuni decessi. Sei, in totale, gli ospiti dei penitenziari morti: cinque per ‘overdose’ dopo aver preso d’assalto l’infermeria per ‘rubare’ il metadone, uno per soffocamento a causa dei fumi dell’incendio appiccato ai materassi.

A Foggia, alcuni carcerati sono riusciti a evadere, arrampicandosi sui cancelli della ‘block house’, la zona che separa il penitenziario dalla strada. Almeno venti sono riusciti ad allontanarsi. Altri sono stati bloccati, poco dopo, dalle Forze dell’Ordine.

A Bari, ieri sera, sono state le ‘donne’ ad alzare la voce contro il provvedimento che limita i colloqui fuori dalle mura del Carcere, mentre familiari in cella lanciavano dalla finestra lenzuoli in fiamme.

La situazione non è ancora tornata alla calma, ma è evidente – come sottolinea il sindacato Osapp – che ancora una volta a ‘pagare’ sono gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria costretti a fare i conti con turni di lavoro spesso insostenibili a causa della ormai nota mancanza di personale, incapace di gestire tutti i detenuti. L’altro problema, infatti, è quello del sovraffollamento degli istituti penitenziari, spesso considerate “terra di nessuno“.

Secondo il leader dell’Osapp, che ha voluto ‘ringraziare’ tutti i colleghi di ogni ruolo e grado per lo scatto di orgoglio avuto per sedare le rivolte. Lo stesso scatto di orgoglio richiesto al Ministro della Giustizia, Bonafede accusato di non aver ‘pensato’ agli istituti di pena – tant’è, si legge in una nota, che ancora oggi, in alcuni istituti di pena sul territorio non sarebbero stati ancora sospesi i colloqui tra detenuti e familiari. «C’è un silenzio assordante come se avessero abbandonato la nave» si legge in una nota a firma del vicesegretario regionale Osapp Puglia Ruggiero Damato che è convinto che le proteste scoppiate per il covid-19 sono ‘covate’ da tempo

Ma è anche una sconfitta – secondo il sindacato – dell’amministrazione penitenziaria che non è stata in grado di gestire le emergenze e di dare corso ad una serie di interventi come tutte le Organizzazioni Sindacali della Polizia Penitenziaria avevano più volte richiesto da almeno un anno.



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