
Meccanismi nuovi per la ripartizione delle risorse destinate agli atenei (costo standard per studente e premialità); revisione dell'abilitazione nazionale, un piano di reclutamento quadriennale per l'assunzione di 6.000 ricercatori l'anno; dottorato industriale e sistema di contribuzione studentesca. Sono questi alcuni degli strumenti che Stefania Giannini – Ministra dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca – ha annunciato a mezzo stampa una serie di importanti interventi sul sistema universitario.
Ancora non è possibile prendere visione dei documenti ufficiali, né tanto meno avere un quadro più preciso dei parametri che verranno adottati per realizzarli. Nel frattempo, però, il Segretario nazionale ADI, Antonio Bonatesta commenta la decisione: "Nuovi meccanismi di ripartizione delle risorse per gli atenei dovrebbero essere finalizzati prioritariamente a un miglioramento della qualità media complessiva del nostro sistema universitario e non a penalizzare realtà già in difficoltà, spesso a causa delle caratteristiche del contesto in cui operano".
"Il rilancio del dottorato – continua Bonatesta – ancor più che dalle sinergie con il mondo delle imprese, dovrebbe passare attraverso un miglioramento delle condizioni in cui vivono e fanno ricerca migliaia di dottorandi".
Una misura di tale portata, spiega sempre Bonatesta, determinerebbe in prima battuta l'abolizione delle tasse che colpiscono ingiustamente oltre il 40% di loro e, successivamente, la copertura completa di tutti i posti di dottorato con una adeguata remunerazione. "Il giusto riconoscimento per il lavoro che svolgono quotidianamente all'interno delle università".
La Ministra Giannini ha inoltre aperto le porte ad una revisione della normativa circa la contribuzione studentesca. "Laddove questo proposito trovasse riscontri concreti – dichiara Alberto Campailla, Portavoce Nazionale di LINK – Coordinamento Universitario – diciamo sin da subito che il provvedimento dovrà necessariamente essere indirizzato da una parte verso una reintroduzione del parametro del 20% del rapporto tra tasse universitarie e finanziamento statale ricomprendendo il gettito derivante dalle tasse degli studenti fuori corso dal calcolo del rapporto e dall'altra verso l'ampliamento di una “No Tax Area” per gli studenti con redditi inferiori a 20.000 € I.S.E.E, richiesta quest'ultima sbandierata proprio dal MIUR per bocca della Sottosegretaria On. Angela D'Onghia in occasione di un'audizione alla Camera svoltasi nel Dicembre 2013".
"Quanto all'accorpamento, all'aggregazione e alla razionalizzazione degli Enti di Ricerca – ha commentato Federica De Luca, Rete Ricerca Pubblica – non siamo noi a dire che finora non ha funzionato neanche una di queste operazioni già operate da Tremonti e da Monti, ma la Corte dei Conti, che ha sottolineato l'aggravio per le casse dello Stato derivante dall'inefficienza dei decreti attuativi successivi".
Rete Pubblica, inoltre, considera prioritario occuparsi della governance del Sistema degli Epr e del finanziamento degli Epr, per poi pensare ad eventuali accorpamenti o collaborazioni trasversali fra Epr Vigilati dal Miur ed Epr Vigilati da altri Ministeri: "I veri punti critici relativi agli Enti di Ricerca non sono certo gli sprechi, ma i diecimila precari e i fondi che non bastano più neanche per gli stipendi".