
Si rivolge direttamente al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e lo fa con una lettera contenente un accorato appello. È questa la nuova strada intrapresa dall’arcivescovo di Lecce monsignor Domenico D’Ambrosio per cercare di salvare la stupende chiese barocche dal capoluogo dal degrado in cui molte di loro versano. ‘Sarei contento e onorato di una sua visita in questa nostra città perché ne ammiri la sua bellezza e ci dia una mano nel tentare di mettere mano al degrado di molte sue chiese’. Ecco cosa si legge dalla lettera scritta di suo pugno da D’Ambrosio.
Tutte le chiese, secondo lo studio della Curia salentina, necessiterebbero di un intervento tempestivo, ma a destare maggiore preoccupazione è l’Abbazia di Santa Maria di Calena, sita in nell’agro di Peschici, territorio che ha dato i natali al vescovo e a cui lo stesso è ovviamente molto legato. ‘Circa due anni fa –si legge nell’epistola – è crollata l’ultima parte del tetto che era rimasto in piedi dopo il crollo avvenuto negli anni ’40 dello scorso secolo, non per una incursione aerea come sostengono alcuni, ma per il suo totale degrado e abbandono. Sarebbe troppo lungo continuare nella presentazione della situazione attuale, frutto di abbandono, incuria da parte dei proprietari e di mancata tutela da parte dell’autorità preposta: la Sovrintendenza di Bari’. D’’Ambrosio, in effetti, ha chiesto a più riprese l’intervento della Sovrintendenza barese, già dai tempi del suo impegno da arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, ma nel tempo non p cambio cambiato nulla. ‘Da figlio di Peschici’, dunque Domenico D’Ambrosio chiede al ministro Franceschini un impegno concreto e lo invita per una visita ai luoghi.
Non usa mezzi termini, quindi: ‘Sono l’Arcivescovo della capitale del ricamo della pietra, come amo definire la mia Lecce. Ma per ora non vengo a parlarle o a presentarle i molti problemi che mi travagliano come vescovo di questa città per tutelare le sue stupende e inimitabili chiese e monumenti sacri, espressioni raffinate del ‘barocco leccese’. Sarei contento e onorato di una sua visita in questa nostra città perché ne ammiri la sua bellezza e ci dia una mano nel tentare di mettere mano al degrado di molte sue Chiese’, conclude la lettera spedita all’indirizzo del Ministero dei Beni Culturali.