Xylella, dalla Grecia l’annuncio shock: ‘evitate di andare in Puglia per non trasportare il batterio’

L’agronomo Giuseppe Vergari giorni fa in Grecia per partecipare a un convegno sul batterio riporta come dalla Grecia tutti credono che in Puglia ci sia una vera catastrofe e che dal Ministero qualcuno invita gli ellenici a non recarsi in Italia. La testimonianza su Leccenews24.

La questione xylella fa ancora tanto discutere. Dopo l’approvazione da parte della Regione Puglia del nuovo Piano anti-batterio che prevede l'abbattimento esclusivamente delle piante infette e che mette al riparo da ogni eradicazione gli esemplari monumentali, il tema si scalda dopo un convegno tenuto in Grecia nei giorni scorsi. 

Ospite del seminario tecnico nella terra di Omero è stato il dottor agronomo Giuseppe Vergari, già componente del team scientifico della Regione Puglia per far fronte all’emergenza regionale, ed è lui che ci racconta l’incredibile scenario che si è ritrovato in terra ellenica.

Sono stato invitato al convegno da un Istituto di Scienze Agrarie (IGE) – spiega – per discutere di xyella. L’emergenza, come risaputo, è balzata alle cronache internazionali e in Grecia il problema pare essere molto sentito, soprattutto tra le aule universitarie delle facoltà di agraria. Ed è proprio l’Istituto Agrario ad avermi invitato, per discutere con la Presidente della Sezione ARI, Anna Maria Giantsi, e con la signora Stavroula Ionnidou, funzionario del Ministero dell’Agricoltura del Governo greco’.

Fin qui tutto tranquillo: il dottor Vergari ha accettato l’invito ed è volato verso la terra olimpica, dove è stato accolto dagli organizzatori del convegno. L’evento che si è svolto lo scorso 15 aprile però, dal taglio molto tecnico e che ha visto la massiccia presenza di esperti del settore e studenti, non ha assunto le pieghe che Vergari si aspettava

Dalle prime battute e dai saluti iniziali – racconta ai nostri microfoni – mi sono reso conto che qualcosa non andava. A partire dal fatto che la signora Giantsi ha ringraziato per i dati forniti alcuni soggetti che attualmente figurano tra gli elenchi delle persone indagate dalla Procura di Lecce. Ma per carità, nulla di strano. Piuttosto è il seguito che mi ha stupito. Nel corso della sua relazione venivano proiettate immagini che mostravano gli alberi disseccati e rasi al suolo del territorio gallipolino: qualcosa che risale a svariati anni fa. Immagini molto generali, panoramiche vastissime, e nessun riferimento a cure e contromisure adottate’.

Ma non è tutto. ‘Il peggio è arrivato durante l’intervento della funzionaria del Ministero, la signora Ionnidou, la quale ha ribadito che il batterio della xylella è tra i batteri più letali del mondo, capace di causare malattie alle piante, con conseguenti pesanti ripercussioni sul settore economico. Più volte la dottoressa Ionnidou – prosegue Vergari – ha parlato di “catastrofe italiana”, assumendo atteggiamenti dal retrogusto irrisorio nei nostri confronti. Tutto qui? Nemmeno per nulla. Il concetto che alla fine è trapelato alla platea è stato quello di un territorio, quello pugliese e italiano, incapace di far fronte a questo problema e più volte è stato chiesto di non recarsi in Puglia, evitando così di trasportare in patria il vettore, la sputacchina’.

Il dottor Vergari pur non conoscendo la lingua greca, ma percependo immediatamente i toni degli interventi, coadiuvato da un interprete ha allora preso parola. ‘Il mio intervento – ci racconta – non poteva che precisare tutte le inesattezze dette fino a quel punto. Ho ribadito che tra catastrofe ed emergenza viaggia una grande differenza: in Puglia ci sono nove milioni di alberi di ulivo e meno dell’1% di questi è stato colpito dal batterio. La mia premura è stata anche quella di spiegare come si sia lavorato, fornendo dati aggiornati e non quelli mostrati in precedenza. Ho spiegato, inoltre, come alcuni alberi siano usciti dalla malattia, come molti esemplari siano rifioriti e che le immagini in loro possesso, oltre che datate, non erano nemmeno inerenti alla xylella. Mi spiego meglio: gli ulivi del gallipolino mostrati al pubblico sono morti perché siti su un terreno abbandonato. Il loro destino era comunque il disseccamento e che una potatura fuori stagione ha solo accelerato la loro morte’.

Quello che è successo – conclude l’esperto agronomo – mi ha lasciato più di qualche perplessità. Malafede dei greci? Non credo. Piuttosto è un problema tutto italiano: le informazioni che vengono trasmesse, persino in sede di Commissione Europea, probabilmente non sono complete o, peggio, distorte’.



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