Chiusa l’inchiesta, con dieci indagati, sul pestaggio del 16enne disabile, di nazionalità tunisina, avvenuto nella stazione ferroviaria di Galatina, il 18 aprile scorso ad opera della cosiddetta“gang del bosco”. Il ragazzo, ricordiamo, venne poi accompagnato all’ospedale di Copertino dalla madre con fratture alle costole e altre lesioni gravi. L’avviso di conclusione delle indagini porta la firma del procuratore capo del tribunale per i minorenni di Lecce, Simona Filoni.
Risultano indagati dieci ragazzini. Tra di essi, oltre a cinque, di età compresa tra i 15 ed i 17 anni, quando si verificarono i fatti, anche due tredicenni non imputabili, perché minori di 14 anni, all’epoca degli episodi contestati. Rispondono di lesioni personali gravi, stalking, violenza privata. Per alcuni episodi, come quello del pestaggio in stazione, viene contestata l’aggravante dell’odio razziale. Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Massimo Bellini, Daniela Sindaco, Antonio Palumbo, Claudia Santoro, Roberto Marra.
L’attività investigativa dei poliziotti del commissariato di Galatina, ha messo in luce come, per oltre due anni, il ragazzino sia stato molestato, minacciato, picchiato e discriminato anche per le sue origini straniere. E nell’aprile scorso, dopo aver attirato la vittima in stazione a Galatina, cinque ragazzini, in concorso con altri due non imputabili, la pestarono con calci e pugni. Il branco inseguì il malcapitato, che si rifugiò in casa di un conoscente, dove erano presenti anche altri suoi amici. E ancora, gli aggressori cercarono di sfondare la porta dell’abitazione, rivolgendo per almeno un’ora e mezzo, minacce e offese. Soltanto l’intervento di una residente, affacciatasi dal balcone, mise fine all’ “assedio”, minacciando di allertare la polizia. Venne fatto un video e la presunta autrice delle riprese con il telefonino e il ragazzo che le avrebbe divulgate, risultano indagati per diffamazione.
Le indagini hanno messo in luce come, anche in passato, da almeno tre anni, il ragazzino sia stato ripetutamente molestato, minacciato e picchiato da alcuni degli indagati i quali, in più occasioni, lo avrebbero aggredito, schernito e umiliato, discriminandolo anche per le sue origini straniere.
Ricordiamo che dopo i Dacur (noti come Daspo urbani), il 4 giugno scorso scattarono gli arresti per cinque minori, con l’emissione di altrettante ordinanze cautelari,a firma del gip Lucia Rabboni, del Tribunale per i minorenni di Lecce.
Nel corso delle indagini è stata anche disposta una perizia, affidata a due specialisti, per analizzare i telefoni cellulari degli indagati.
