“Voglio mettere in evidenza l’operazione congiunta tra noi e Guardia di Finanza. La droga è il business principale di guadagno della criminalità organizzata. Bisogna dare atto alla Procura della Repubblica il fatto di aver coordinato al meglio un’attività complessa, che ha visto insieme criminalità salentina ed esponenti della malavita calabrese e internazionale, tutto questo ha permesso di sequestrare negli anni, dal 2020 al 2023, ingenti quantitativi di droga, cocaina in particolare, che è stata immessa nel mercato salentino e non solo. Tutte le evidenze criminali che registriamo quotidianamente, sono tutte riconducibili allo spaccio e al traffico di stupefacenti”, con queste parole il Questore di Lecce Vincenzo Massimo Modeo, ha commentato l’operazione congiunta tra Polizia e Guardia di Finanza, grazie alla quale alle prime luci dell’alba di oggi, sono state arrestate 35 persone, indagate a vario titolo per traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, riciclaggio, autoriciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori, emissione di fatture per operazioni inesistenti.
“Sono particolarmente coinvolti gruppi della città di Lecce, che creano particolare attenzione per quel che riguarda la criminalità organizzata – prosegue – e in questo momento sono loro quelli particolarmente attenzionati, perché hanno ramificazioni in tutto il territorio salentino. Si tratta di un business transnazionale, che vede il coinvolgimento di più esponenti e più cosche che scambiano favori tra loro, perché le sostanze stupefacenti possono passare da un gruppo a un altro. Il denaro è stato reinvestito sotto il profilo dell’autoriciclaggio e quindi droga o attività che possono sembrare anche lecite”
“E’ stata un’operazione complessa e importante, con il contributo della Procura della Repubblica che è riuscita a coordinare al meglio due indagini distinte, quella nostra e quella della Guardia di Finanza. Gli indagati hanno dimostrato di avere un’organizzazione così solida e strutturata da diventare poco permeabile alle consuete attività investigative. È stato riscontrato l’uso di telefonini criptati”, sono state le parole del Dirigente della Squadra Mobile Fabrizio Gargiulo.
“Sono state colpiti – prosegue – due distinti sodalizi operanti in tutto il Salento: la prima prevalentemente in città, mentre, la seconda più spinta verso il traffico internazionale. Entrambe, ripeto, utilizzavano telefonini criptati e per il trasporto si sono servite di mezzi modificati come furgoni con doppio fondo, in alcuni casi ambulanze, in altri camion, ma non sono mancati trasporti avvenuti anche utilizzando pacchi postali, inviati a prestanome e in alcuni casi a persone inesistenti; abbiamo anche un caso in cui è stata utilizzata un’ignota famiglia padre, madre e un bambino. Abbiamo documentato che queste organizzazioni erano in grado di portare nel territorio salentino un quantitativo impressionante di droga, ma erano talmente forti che anche a fronte di un sequestro significativo, parliamo di centinaia di kg, hanno avuto la capacità di reagire, rimettersi sul mercato e quasi di non sentire il colpo inferto”.
“Quello di oggi è stato un ottimo esempio di collaborazione tra Forze di Polizia che ci deve fare essere orgogliosi di aver raggiunto un simile risultato”, ha dichiarato, invece, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Colonnello Stefano Ciotti.
“Le Fiamme Gialle si sono occupate della ricostruzione dei flussi finanziari che vanno dalle attività del traffico di droga, a quelle ricettive sul territorio per cercare di ripulire e riciclare il denaro – ha continuato. I proventi illeciti sono stati reinvestiti prevalentemente nella ristorazione in tutto il Salento in maniera generalizzata. Ci sono stati altri casi, non solo qui, ma anche sul territorio nazionale nei quali si sono utilizzati i cripto telefonini e si tratta di sodalizi criminali che fanno uso di questa tecnologia di ultimissima generazione. Le attività commerciali per riciclare i fondi erano state create a hoc e in questa attività rientra un ex commercialista, il cui ruolo è stato centrale e che ha gestito la parte economica e finanziaria. Si tratta di strutture create ex novo nel periodo che va dal 2020 al 2023”.
“Sono state due indagini che si sono rese perfettamente complementari tra loro. Quella della Polizia è servita per completare alcuni schemi di riciclaggio dove tutti i pezzi di questo puzzle non erano ancora chiari, così come le investigazioni della Guardia di Finanza sono servite alla Squadra Mobile per completare quelle che all’interno del clan erano le gerarchie”, ha chiosato il Comandante del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle Tenente Colonnello Giulio Leo.
“Ciò che ha stimolato le indagini è stata la creazione di alcune cooperative di lavoro tutte gestite, se non anche amministrate dall’ex commercialista per schermare l’arrivo di denaro contante che veniva immesso come conferimento dei soci lavoratori e da questo tramutato in contratti di lavoro che, però, coinvolgevano principalmente gli adepti alle associazioni. In questo modo venivano resi leciti – prosegue Leo – quelli che erano guadagni illeciti attraverso vere e proprie retribuzioni mensili, anche di 2.500 euro verso ciascun associato, oltre che sostenere le famiglie dei detenuti. I soldi ‘rimanevano in casa’ e servivano, attraverso le buste paga, a dimostrare una capacità contributiva, lavorativa e reddituale del tutto lecita. Per quel che riguarda i mancati sequestri, ci sono attività che richiedono tempi un po’ più lunghi, anche perché vi sono paesi esteri che in questa fase devono collaborare nelle indagini. Oltre alla Spagna è coinvolta l’Albania come canale di approvvigionamento per droghe più leggere. Ci sono canali di riciclaggio con l’estero che stiamo cercando di individuare in queste ore”.