Ha avuto inizio oggi, davanti alla Corte d’Assise, il processo sulle presunte vessazioni ed umiliazioni ai danni di una 92enne malata e incapace di badare a se stessa, da parte della badante, poi divenuta figlia adottiva. La donna, a causa del peggiorare delle condizioni di salute, morì nel gennaio del 2019.
Inizialmente il procedimento era stato avviato dinanzi al tribunale monocratico, ma poi il giudice Edoardo D’Ambrosio, all’esito dell’istruttoria, ha riqualificato il reato di maltrattamenti e circonvenzione d’incapace, in quello più grave di abbandono di persona incapace.
Oggi si è svolta la prima udienza, presso l’aula bunker di Borgo San Nicola e la Corte d’Assise (presidente Pietro Baffa) ha rigettato l’eccezione del difensore dell’imputata, una 62enne, originaria di Presicce-Acquarica. Quest’ultima, va detto, per ben due volte aveva ottenuto l’archiviazione dal reato di circonvenzione di incapace. I giudici hanno motivato la decisione sostenendo che l’archiviazione non è un provvedimento irrevocabile. A quel punto la Corte ha accolto le richieste di prova formulate dalle parti e rinviato per l’inizio dell’istruttoria dibattimentale all’udienza del 26 febbraio 2026.
I fatti sarebbero avvenuti in un paese del Basso Salento, tra il 2012 ed il gennaio del 2019.
Secondo l’accusa, rappresentata nel processo dal pm Maria Grazia Anastasia, la 62enne, in qualità prima di badante e poi di figlia adottiva della donna avrebbe ripetutamente vessato e umiliato l’anziana, affetta da invalidità totale e incapace di badare a sé, senza prestare quindi le necessarie cure. In particolare, l’avrebbe lasciata vivere in ambienti senza riscaldamento, in scarsissime condizioni igienico sanitarie. Tale condizioni di abbandono avrebbe portato ad un aggravarsi delle condizioni di salute dell’anziana e dal suo decesso.
In seguito, si arrivò al rinviò a giudizio, disposto dal gup Angelo Zizzari. Ora si attendono gli sviluppi del delicato processo.
L’imputata è difesa dall’avvocato Vito Lisi. Invece, una nipote della vittima, si è costituita parte civile con l’avvocato Anna Laura Remigi.
