​Imprenditore di Monteroni si autodenuncia e minaccia il suicidio: cinque arresti per tangenti. Bufera sulla centrale di Cerano

Quando si auto-denunciò l’imprenditore di Monteroni avrebbe raccontato come funzionava il sistema di affidamento degli appalti per la manutenzione della centrale termoelettrica. Poi minacciò di gettarsi da un’altezza di venti metri.

Tutto prese il via da un imprenditore di Monteroni che, nel novembre scorso, si autodenunciò e successivamente minacciò il suicidio all'interno dell'impianto di Cerano.
   
Questa mattina, la Guardia di Finanza di Brindisi ha emesso cinque arresti in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare della Procura, nei confronti di dipendenti della centrale termoelettrica " Federico II". Quattro di essi sono finiti ai domiciliari: Domenico Iaboni, 59enne di Roma; Fabiano Attanasi, 54enne di Brindisi; Vito Gloria, 52enne brindisino; Nicola Tamburrano, 62enne di Torre Santa Susanna. Sono addetti alla verifica dei lavori, con rilascio del certificato di avanzamento. Carlo De Punzio, 47enne di Mesagne, addetto alla Funzione sicurezza, ambiente e salute, è stato invece condotto in carcere. Rispondono delle ipotesi di reato di corruzione continuata per atti contrari ai doveri d’ufficio. L’inchiesta è coordinata dai sostituti procuratori di Brindisi Milto Stefano De Nozza e Francesco Carluccio.
   
Ma andiamo con ordine. Circa sei mesi fa, un imprenditore 47enne di Monteroni, titolare di una ditta appaltatrice dell’Enel ha segnalato di aver pagato tangenti. Insomma, si autodenunciò presso la Questura di Lecce, riferendo come funzionava il sistema di affidamento degli appalti per la manutenzione della centrale termoelettrica. Successivamente, il procuratore capo della Direzione Distrettuale Antimafia, Antonio De Donno aprì un fascicolo d'indagine sulla scorta dell'informativa depositata dagli uomini della Squadra Mobile. Infatti, sarebbe risultato il coinvolgimento di personaggi legati alla criminalità organizzata, soprattutto del Nord Salento.
   
In seguito, la Procura di Brindisi per competenza territoriale, aprì un'inchiesta sui presunti affidamenti di lavori in cambio di "mazzette", per attività di manutenzione della centrale "Federico II" di Cerano. Dunque, sull'eventuale esistenza di una sorta di cartello di imprese per il controllo di appalti pubblici del valore di centinaia di migliaia di euro. 
   
L'imprenditore monteronese, nei mesi scorsi, è stato convocato dai pubblici ministeri De Nozza e Carluccio, come "persona sottoposta ad indagini", ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.
 
G.L.P., indagato a piede libero per "induzione indebita a dare o promettere utilità", è assistito dagli avvocati Pierfilippo Centonze e Paolo Spalluto.
  
La Procura brindisina ha, intanto, proceduto con una serie d'interrogatori di "persone informate dei fatti".  Ricordiamo che il pomeriggio del 7 marzo scorso, l'imprenditore salì su di una impalcatura nei pressi del nastro trasportatore della centrale “Federico II” di Cerano, minacciando di lanciarsi da un'altezza di circa 20 metri. Intendeva protestare per il mancato pagamento di una fattura e per un appalto revocato. Successivamente Enel Energia diramò un comunicato in cui precisava, che l'azienda aveva già segnalato irregolarità nella gestione dei lavori e nelle procedure di gara vinte dalla società facente capo all'imprenditore di Monteroni, "al vaglio della competente Autorità giudiziarie".



In questo articolo: