Si conclude con la condanna all'ergastolo per Vincenzo Tarantino anche il processo di Secondo Grado sul duplice omicidio di Porto Cesareo. I coniugi Luigi Ferrari e Antonella Parente, furono assassinati nella loro casa, la notte tra il 23 e il 24 giugno di un anno fa. La Corte di Assise di Appello (Presidente Vincenzo Scardia, a latere Antonio Del Coco e giudici popolari) ha ribadito quanto già affermato dal gup Michele Toriello nel processo in abbreviato. Ricordiamo che il 22 dicembre dello scorso anno, il 52enne di Manduria, Vincenzo Tarantino, venne condannato alla pena del carcere a vita. Non solo, venne disposto a carico dell'imputato, anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e il pagamento di una provvisionale di 100 mila euro in favore di ciascuna della parti civili.
Nella scorsa udienza del processo di Appello, il vice procuratore generale Claudio Oliva aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado per uno dei delitti più efferati avvenuti negli ultimi anni in Salento. Il pg ha ripercorso l'intera vicenda, confutando i motivi d'appello della difesa che si basavano sulla mancanza di prove dirette e sull'ipotesi di un quadro accusatorio indiziario, nonché sull'incapacità d'intendere e di volere dell'imputato. Il dr. Oliva ha evidenziato la colpevolezza di Tarantino oltre ogni ragionevole dubbio, invocando al termine della requisitoria, la pena dell'ergastolo per duplice omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e rapina aggravata. Subito dopo, hanno preso la parola i difensori delle parti civili, gli avvocati Giuseppe, Michele e Giulia Bonsegna, Vincenza Raganato, Fiorino Ruggio, Gianluca Coluccia e Francesco Spagnolo che si sono allineati alla richieste del pm. Loro, in particolare, hanno evidenziato due circostanze che "inchioderebbero" Tarantino. Anzitutto nel corso di una conversazione in carcere con il fratello, l'imputato gli avrebbe chiesto di recuperare la cassaforte, dal luogo indicato. Ci sarebbe poi, un'altra intercettazione tra lo stesso Tarantino ed un uomo che era stato inizialmente sospettato e convocato presso la caserma dei carabinieri, assieme a lui. Nel corso del dialogo intercorso tra i due nella sala di attesa, il presunto complice riferì a Tarantino, il quale avrebbe voluto coinvolgere nel furto, la frase "Che hai combinato, rischi 30 anni".
I difensori di Tarantino – gli avvocati Antonio Savoia e Giada Trevisi – hanno invece invocato l'assoluzione di Tarantino, sostenendo che non si fosse formata la prova della sua colpevolezza. Il processo di primo grado si è celebrato in abbreviato condizionato proprio da una perizia psichiatrica. La consulenza disposta dal gup ed affidata allo psichiatra Domenico Suma avrebbe escluso a carico dell’imputato patologie in atto, quando si consumò l’efferato omicidio. Il pm durante la requisitoria ha ripercorso le tappe investigative che portarono all'arresto di Tarantino. La cassaforte scardinata dall'abitazione e poi ritrovata lo scorso aprile in una cava di sua proprietà. Un'altra prova di grande rilevanza, le tracce ematiche rilevate su di una banconota da 100 euro. Venne ritrovata tra i contanti di un distributore di benzina di Avetrana ed era stata utilizzata dal 52enne di Manduria per comprarsi un panino, dopo il furto. Inoltre, nel bed and breakfast, dove Tarantino aveva trascorso la notte successiva all’omicidio, furono trovate delle lenzuola sporche di sangue e tracce ematiche nel lavandino.
Tarantino fu arrestato a distanza di poche ore dalla scoperta dei cadaveri di Luigi Ferrari e Antonella Parente, da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo. Il movente che avrebbe spinto Tarantino a compiere un così crudele omicidio (avrebbe utilizzato un piede di porco), sarebbe stato il rancore nutrito nei confronti della coppia.
Il 52enne originario di Manduria, era spinto in particolare, da un odio profondo nei confronti di Antonella Parente, ritenuta responsabile della fine della relazione di Tarantino con la nipote. L’uomo, nelle sue convinzioni, era certo di non trovare nessuno in casa. Scoperto da marito e moglie, avrebbe perso la testa e li avrebbe così aggrediti e uccisi.
