​Omicidio Nenè Greco: condanna all’ergastolo per Marcello Padovano. 23 anni a Nico Greco

I due imputati sono ritenuti rispettivamente il mandante e l’esecutore materiale dell’omicidio di Carmine Greco che si consumò ben 26 anni fa. Il giovane fu raggiunto da quattro colpi di pistola, alla periferia di Gallipoli davanti alla moglie e al figlio.

Arriva la dura sentenza di condanna per il mandante e l'esecutore materiale dell'omicidio di Carmine Greco, avvenuto il 13 agosto del 1990. I giudici della Corte di Assise di Lecce (Presidente Pasquale  Sansonetti a latere Fabrizio Malagnino e giudici popolari) hanno inflitto la pena del carcere a vita a Marcello Padovano, 55enne detto "Briocha" e 23 anni di reclusione a Nico" Greco, 44enne, entrambi di Gallipoli, al quale sono state riconosciute le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti.
 
I giudici hanno fissato il termine di 60 giorni per il deposito delle motivazioni. Il procuratore aggiunto, Elsa Valeria Mignone aveva invocato il carcere a vita per Padovano e 28 anni per Greco, con l'accusa di concorso in omicidio volontario.
 
Il delitto di Carmine "Nenè" Greco si consumò ben 26 anni fa. Il giovane fu raggiunto da quattro colpi di pistola, alla periferia di Gallipoli davanti alla moglie e al figlio. Gli investigatori ritennero fin da subito che si trattasse di un delitto di mafia. Al termine del processo di primo grado, furono emesse due condanne. Quella all'ergastolo nei confronti del boss Pompeo Rosario Padovano come mandante del delitto e quella a 18 anni per Carmelo Mendolia.
 
I vari protagonisti sono stati sentiti nel corso delle varie udienze del processo e le loro dichiarazioni sono state ritenute attendibili. Mendolia ha confermato che Carmine Greco fu ucciso perché decise di "mettersi in proprio" nell'ambito dello spaccio di droga, dissociandosi dal clan. Mendolia si recò, il 13 agosto del 1990, sul luogo dell'omicidio con un complice. Inizialmente erano presenti, assieme a Carmine Greco, anche la moglie con il figlioletto in braccio. Una volta che si allontanarono, scesero entrambi dalla macchina, ma Mendolia non ricordava se anche il complice Nico Greco avesse sparato. Pompeo Rosario Padovano, in videoconferenza, poiché detenuto nel carcere di Cuneo, ha confermato che ad uccidere "materialmente" Carmine Greco sono stati Carmelo Mendolia e "Nico" Greco. Infine, sono stati sentiti i fratelli Marco Barba e Giuseppe, i quali hanno confermato alcune precedenti dichiarazioni.
 
È stato ascoltato anche l'imputato Nico Greco che ha confessato di avere accompagnato in macchina il killer di suo cugino, ma senza sapere che Mendolia avesse intenzione di sparare per ucciderlo.
 
Nicola Greco è difeso dagli avvocati Ladislao Massari e Mario Coppola. Invece, Marcello Padovano dall'avvocato Gabriele Valentini.La convivente della vittima, all'epoca dell'agguato mortale, si è costituita parte civile ed è difesa dall'avvocato Silvio Giardiniero; mentre, la figlia è difesa dall'avvocato Guidi.Per entrambi, i giudici della Corte di Assise hanno stabilito una provvisionale di 100 mila euro a testa.



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