La storia di Angela Celentano, la bambina scomparsa nel nulla

Era il 10 agosto 1996, quando la bambina scomparve nel nulla durante una gita con la famiglia sul Monte Faito. Era stata rapita? Era stata uccisa? Era caduta? Sono tutte domande rimaste senza risposta.

Sono passati gli anni, tanti, troppi forse, ma nessuno ha mai dimenticato Angela Celentano, la bambina scomparsa nel nulla il 10 agosto del lontano 1996, durante una gita sul Monte Faito, nel comune di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Sono passati gli anni, ma non il dolore per una famiglia che tra ricerche, misteri e false speranze cerca ancora la verità.

La scomparsa di Angela Celentano

L’orologio aveva da poco segnato le 13.00 quando il papà della piccola si accorse che la figlia non stava più giocando nelle vicinanze. La bimba, che fino a un istante prima era dietro di lui, non c’era più.

La zona era molto frequentata, ma nessuno aveva visto nulla come se la bambina non fosse mai stata lì in quella calda giornata d’agosto. Tranne Renato, un bambino di 11 anni, che raccontò di essere sceso con Angela, poco prima della scomparsa, lungo un sentiero che conduceva al parcheggio, dove era diretto per mettere un pallone in macchina. Aveva chiesto alla piccola, che all’epoca aveva appena tre anni, di non seguirlo, ma non lei aveva ascoltato quell’invito. La bambina aveva continuato a seguire i suoi passi fino ad un tratto dove il sentiero incrocia un’altra viottola sterrata. Da quel punto, dopo aver convinto Angela a ‘tornare dalla mamma’ aveva proseguito da solo.

Una versione in parte confermata da un altro ragazzino, Luca, che aveva detto di aver invitato l’amichetto a riportare la bambina alla madre, offrendosi lui stesso di farlo. Le due testimonianze contrastano e questo, in termini investigativi, significa che uno dei due ha mentito, ma perché?

Le piste seguite

Papà Catello e mamma Maria pensano ad un incidente: potrebbe essere inciampata, potrebbe essere ferita, in qualche angolo del bosco. Ma niente, di Angela restava solo quella foto, con il viso sorridente, apparsa sui volantini, per strada, alla tv.

Il 19 Agosto a casa della famiglia Celentano arriva una strana telefonata in cui si sente solo un pianto disperato di bambina. Nessuna richiesta, nessuna domanda, nessun indizio da seguire.

La pista messicana, il caso Celeste Ruiz

Nessuna pista seguita ha fatto luce sul mistero caduto in quella calda giornata di agosto sul Monte Faito. Dopo anni di ricerche, tutte vane e segnalazioni che non hanno mai portato a nulla, nel 2010 una speranza ha cominciato a farsi strada. Alla casella di posta legata al sito web creato dalla famiglia per raccogliere possibili notizie su Angela arrivò una e-mail firmata da una certa Celeste Ruiz. La ragazza sosteneva di essere la bambina scomparsa, aggiungendo dei dettagli che hanno reso il suo racconto più veritiero.

Trovato l’Ip del computer dal quale erano partiti i messaggi, gli inquirenti sono arrivati in Messico, ma arrivati ad Acapulco non hanno trovato nessuno. Si scoprì poi che dietro la ragazza messicana si nascondeva un uomo. La ‘vera’ Celeste era in realtà una psicologa a cui era stata ‘rubata’ la foto profilo. Non poteva essere lei, ma anche per rispetto del dolore di una famiglia si sottopose al test del DNA che confermò che non era Angela Celentano.

La pista turca

Un’altra ‘segnalazione’ riaccende la speranza. Secondo la testimonianza di una blogger, Angela Celentano si troverebbe in Turchia con un uomo che “si finge suo padre”. Partendo dalle confidenze di un prelato, la donna continua a sostenere che la bambina sia stata rapita. Perché un parroco, che deve rispettare il segreto confessionale, avrebbe infranto il vincolo e raccontato ad una parrocchiana un possibile crimine?

Restano immortali nel cuore delle persone le immagini di quella mattinata di gioia: Angela sull’amaca che si diverte con gli altri amichetti. Resta la foto di come sarebbe oggi, realizzata con la tecnica dell’age progression e diffusa sui social. Restano le parole di Catello Celentano, il papà di Angela “Finché non avrò la certezza che mia figlia è morta, finché non avrò un corpo su cui piangere, continuerò a cercarla viva. Dovessi arrivare fino in capo al mondo”.