La Corte di Cassazione ha annullato due condanne nell’ambito dell’inchiesta sulle mazzette per ottenere gli incarichi al Tribunale Civile di Lecce e che portò all’arresto di un giudice onorario.
Gli “ermellini”, nella serata di ieri, hanno annullato la sentenza della Corte d’appello di Potenza del 31 gennaio 2025, che aveva confermato il verdetto di primo grado e hanno disposto il rinvio degli atti alla Corte d’appello di Salerno. La Cassazione ha riqualificato il reato di induzione indebita, in tentata induzione indebita a dare o promettere utilità per Marcella Scarciglia, ex giudice onorario del Tribunale di Lecce, e per il cancelliere Amedeo Donno. La Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi presentati dalle difese, rappresentate, rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Corleto e Ubaldo Macrì.
Il gup del Tribunale di Potenza, al termine del processo con rito abbreviato, nel marzo del 2022, aveva inflitto la pena di 3 anni a Marcella Scarciglia e 2 anni ed 8 mesi a Amedeo Donno
Il giudice aveva riqualificato il reato di concussione in induzione indebita a dare o promettere utilità.
Secondo l’accusa, il giudice onorario avrebbe richiesto inizialmente la somma indicata di 4.500 euro a un grafologo, con la minaccia di non provvedere a nuovi incarichi e al pagamento dei precedenti. In seguito, lo avrebbe sollecitato al pagamento, attraverso numerosi messaggi e dandogli appuntamento a casa sua. Dopo la denuncia del grafologo è così scattato il “piano” per incastrarla. Il perito, in data 12 giugno del 2018, si è recato presso l’abitazione del giudice, fingendo di stare al gioco, mentre gli agenti monitoravano di nascosto tutte le fasi della consegna della “bustarella” con la somma di 1.500 euro. Conclusa la “transazione” sarebbero usciti allo scoperto, facendo scattare l’arresto in flagranza.
Il got è poi finito ai domiciliari, ma successivamente, su istanza dei suoi legali, è tornata in libertà.
Per questo episodio risultava indagato anche il cancelliere Donno, in servizio all’epoca dei fatti, presso il Tribunale civile di Lecce. Secondo l’accusa, il 49enne avrebbe in qualche maniera fatto da tramite, tra il perito e il got.
Ora si attende la conclusione della delicata vicenda giudiziaria.
