Presunto sistema di appalti pilotati in cambio di regali e voti. Due sindaci e un ex primo cittadino rischiano il processo

L’Indagine, affidata al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle (comandato dal Colonnello Giulio Leo), ha fatto luce su fatti avvenuti a partire da maggio del 2016.

Dopo l’avviso di conclusione dell’inchiesta, in cui si parla di un presunto giro di appalti pilotati in cambio di favori, regalie (anche casse di prosecco e voti) e sostegno elettorale c’è la richiesta di rinvio a giudizio per 25 persone, a firma del pm Maria Vallefuoco. L’udienza preliminare è per il 16 gennaio del 2026, davanti al gup Marcello Rizzo.

Nel marzo scorso, era arrivato il provvedimento del gip Stefano Sala, nei confronti di 10 persone, delle quali 3 in carcere e 7 ai domiciliari (vennero inoltre emesse misure interdittive per altre 6 persone).

I 25 imputati che rischiano il processo sono: Ernesto Toma, 60 anni, sindaco di Maglie e il suo vice e assessore con delega all’Urbanistica, Verde Pubblico e Arredo Urbano, il 43enne di Maglie, Marco Sticchi. Entrambi furono raggiunti da un provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari (come richiesto dal pm), ma sono poi tornati in libertà. E dopo questo provvedimento del gip, hanno ottenuto il via libera dalla Prefettura, che ha revocato la sospensione, consentendogli di tornare alle loro rispettive cariche istituzionali. Toma è difeso dagli avvocati Luciano Ancora e Roberto Sisto, mentre Sticchi è assistito dall’avvocato Andrea Sambati.

Riguardo la posizione del sindaco Toma, la Procura sostiene la tesi dei presunti accordi illeciti con l’imprenditore Marco Castrignanò, legati ai lavori di ristrutturazione nello studio professionale e alla fornitura di addobbi floreali in occasione delle nozze del “primo cittadino”. Tra gli appalti sotto la lente della Procura, anche l’affidamento dei lavori di manutenzione dello stadio Tamborrino-Frisari e per l’adeguamento sismico della scuola dell’infanzia di Corso Cavour. Invece, non compare l’accusa di avere ricevuto, in base ad accordi illeciti, una notevole quantità di calcestruzzo, in due circostanze (rispettivamente di 4 e 5 mila metri cubi) da poter utilizzare per lavori nello studio. Sono poi cadute alcune ipotesi di reato relative alle false fatturazioni, anche per episodi in cui erano coinvolti altri indagati.

Tra i 25 imputati compare anche il sindaco di Ruffano, Antonio Rocco Cavallo, 58enne, difeso dagli avvocati Luigi Corvaglia e Giancarlo Sparascio, per il quale era stata disposta la custodia cautelare in carcere, che è tornato in libertà, nei mesi scorsi, con provvedimento del Riesame, considerando tra le altre cose, le sue dimissioni dalla carica di sindaco. Antonio Rocco Cavallo è accusato di aver ricevuto dall’imprenditore Marco Castrignanò, nel mese di aprile 2022, somme di denaro contante. Non solo, anche lavori di ristrutturazione a titolo gratuito nella sede del comitato elettorale. Gli accertamenti hanno riguardato anche la procedura per l’affidamento di due bandi di gara, del valore complessivo di oltre 5 milioni di euro e i lavori di miglioramento delle aree del centro storico di Torre Paduli e largo San Rocco.

Tra gli imputati, anche, il sindaco di Sanarica, Salvatore Sales, 69 anni, difeso dall’avvocato Vincenzo Blandolino e l’ex assessore Dario Andrea Strambaci, 39enne di Poggiardo, difeso dall’avvocato Luigi Casarano

Sales e Strambaci sono accusati di aver agevolato gli imprenditori, mettendosi a loro disposizione in occasione delle gare. Sotto la lente del pm sono finiti gli appalti per l’abbattimento delle barriere architettoniche, per il centro di raccolta differenziata e i lavori per la mitigazione del rischio geomorfologico per un importo complessivo di oltre un milione di euro. Ed entrambi avrebbero ottenuto, in cambio, il sostegno alle elezioni del 3 e 4 ottobre del 2021 e, dopo la vittoria, avrebbero ricevuto da Marco Castrignanò, sei casse di prosecco, oltre al pagamento del pranzo con 130 persone, in un ristorante a Otranto.

Tra gli imputati anche Maurizio Montagna, 60 anni di Scorrano, che ricopriva il ruolo di componente delle commissioni aggiudicatrici nelle procedure di gara, e di funzionario nei comuni di Botrugno e Sanarica.

E ancora, l’imprenditore di Maglie, Marco Castrignanò, 49enne ed il fratello gemello, Graziano Castrignanò. Entrambi sono difesi dagli avvocati Francesco Vergine e Massimo Manfreda.

E ancora, l’ingegnere Sergio Urso, 52enne di Botrugno, nelle vesti di dipendente della Castrignanò Appalti ed il 36enne di Poggiardo, Umberto Mangia. Ed ancora il 64enne di Lecce, Daniele Boscarino. E poi: Claudio Congedo, 53 anni, di Maglie, Riccardo Scasciamacchia, 41, residente a Otranto, Adriano Abate, 66, di Maglie; Lorenzo Bacchi, 58, residente ad Andora (Savona); Augusto Merico, 52 anni, di Santa Cesarea Terme; il geometra Luigi Salvatore Riccardo, 58, di Ruffano, Maurizio Belli, 70enne di Roma; Fabio Coluccia, 36enne di Bagnolo del Salento; Melissa Corrado, 33enne di Muro Leccese; Pasquale De Vito, 54 anni di Uggiano La Chiesa; Anna Daniela Manzi, 33ene di Muro Leccese; Stefano Minerva, 46 anni di Poggiardo; Giovanni Sessa, 45enne di Montoro (provincia di Avellino); Fulvio Rocco Toma, 52enne di Ruffano.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Simone Viva, Mario Blandolino; Dimitry Conte, Francesca Sanzò; Vito Massari, Massimo Bellini, Roberto De Mitri Aymone; Mario Coppola, Umberto Leo, Giancarlo Zompì; Corrado Sammarruco; Raffaele Colluto, Alfredo Caggiula, Ubaldo Macrì, Andrea Stefanelli, Alessandro Diddi.

L’Indagine, affidata al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle (comandato dal Colonnello Giulio Leo), ha fatto luce su fatti avvenuti a partire da maggio del 2016.