Appalto per lavori dell’acquedotto pugliese in odor di truffa? Sette persone sotto processo

Il valore complessivo del raggiro sarebbe di oltre 134 mila euro. Gli imputati sono accusati di non aver tenuto fede agli obblighi del contratto relativo alla sostituzione dei tronchi di fognatura.

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Affidamento lavori dell’acquedotto pugliese in odor di truffa? Il Gup Antonia Martalò, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio sette persone. Dovranno presentarsi il prossimo 4 dicembre innanzi ai giudici della seconda sezione collegiale per l’inizio del processo.

I nomi

Si tratta di: Mauro Muya, 54 anni, di Lecce, direttore dei lavori e del servizio di A.q.p. s.p.a/Macro Area Lecce; Cosimo Damiano Anglano, dipendente A.q.p. entrambi 69 anni di Nardò ; Antonio Gai, 40enne di Cavallino, ingegnere, già direttore operativo e responsabile della sicurezza cantieri; Emanuele Rizzo, 41 anni di Monteroni, amministratore unico e legale rappresentante della ditta I.C.O.S . spa; Mario Capoccello, 47enne di San Pancrazio Salentino, dipendente e ingegnere presso la ditta I.C.O.S . spa; Alessio Tundo, 36 anni di Seclì, amministratore unico e legale rappresentante della Tundo s.r.l. ; Michele Tundo, 63 anni di Seclì, proprietario e legale rappresentante della Tundo s.r.l. Invece Aqp si è costituita parte civile nell’udienza odierna.

Occorre ricordare che alcuni dei reati contestati potrebbero risultare prescritti al termine del processo.

Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Giampiero Geusa, Giancarlo Dei Lazzaretti, Giuseppe e Michele Bonsegna, Massimo Muci, Francesca Conte, Vito Epifani.

La posizione di Vincenzo Arachi, già ispettore di Cantiere, 69 anni di Nardò è stata invece stralciata. Egli ha patteggiato la pena sotto i due anni ( beneficiando della sospensione e della non menzione della condanna). È assistito dall’avvocato Lorenzo Rizzello.

Le accuse

Gai, Rizzo, Capoccello, Alessio Tundo e Michele Tundo rispondono di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, peculato, frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico e materiale commesso da pubblico ufficiale.

I sei episodi contestati si sarebbero verificati tra giugno del 2009 e giugno 2011.

Gli indagati sono accusati di non aver tenuto fede agli obblighi del contratto tra le ditte appaltatrici e sub-appaltatrici e l’Aqp, relativo alla sostituzione dei tronchi di fognatura nei Comuni di Presicce, Spongano, Specchia e Supersano, Depressa e Lucugnano (frazioni di Tricase).

La somma complessiva del raggiro si aggirerebbe intorno ai 134mila euro.

Muya e Rizzo poi rispondono anche di falso ideologico e materiale, in relazione all’atto unico di collaudo tecnico amministrativo del 3 marzo 2011. Arachi e Muya, anche di tentata concussione. Sfruttando i rispettivi ruoli, avrebbero tentato di ottenere sia dal dipendente che dal legale rappresentante di un’altra ditta, la somma di mille euro per ciascun lavoro appaltato o da appaltare nel comune di Taurisano, per la riparazione di impianti idrici e fognanti. Ciò sarebbe avvenuto attraverso minacce di severi controlli di Aqp, ma anche con la promessa di affidare alla suddetta ditta, altri lavori.

Solo Muya è accusato anche di molestie sessuali per aver sempre nell’esercizio delle sue funzioni, toccato il sedere sotto la gonna al legale rappresentante di un’altra ditta, affinché, ritiene l’accusa, cedesse ad un suo ricatto. L’episodio si sarebbe verificato a Lecce, nel dicembre del 2010.

Anglano, infine, risponde di favoreggiamento personale per aver cercato di convincere con minacce velate il titolare della ditta (ricattato da Arachi e Muya), a ritrattare le accuse formalizzate davanti agli ufficiali di polizia giudiziaria.

Occorre ricordare, come detto, che alcuni dei reati contestati potrebbero risultare prescritti al termine del processo.

L’inchiesta è coordinata dal pubblico ministero Antonio Negro.Gli accertamenti investigativi eseguiti nel giugno di quattro anni fa, sono stati condotti dai carabinieri del Norm di Lecce guidati dal maresciallo Angelo Stefanelli.



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