L’omicidio di Roberto Valentini resta un “cold case”, assolti i due imputati

Assolti perché il fatto non sussiste i due imputati per l’omicidio, avvenuto a Campi Salentina il 15 ottobre 1992. La morte di Roberto Valentini detto “Scanicchia” resta ancora avvolta nel mistero.

Omicidio-Roberto-Valentini

Un’esecuzione mafiosa che risale a ben 25 anni fa per la quale arriva l’assoluzione “per non aver commesso il fatto” per entrambi gli imputati.

I giudici della Corte di Assise (Presidente Roberto Tanisi, a latere Francesca Mariano e giudici popolari) hanno ritenuto Luciano Colazzo, 54 anni e Giuseppe Sirsi 61enne di Campi Salentina non colpevoli del reato di “omicidio volontario aggravato dall’aver agevolato l’associazione mafiosa”.

Parliamo dell’esecuzione di Roberto Valentini, detto “Scanicchia”, avvenuto a Campi Salentina il 15 ottobre 1992, maturato negli ambienti della Sacra Corona Unita.

Una sorella del defunto si è costituita parte civile con l’avvocato Paolo Maci.

Il sostituto procuratore della Dda di Lecce Guglielmo Cataldi aveva chiesto l’assoluzione di entrambi. Così come la difesa dei due imputati. Sono entrambi assistiti dall’avvocato Michele Palazzo che durante una lunga e puntuale arringa difensiva ha sostenuto che le dichiarazioni di Toma “sono inattendibili poiché prive di consistenza intrinseca e non sono riscontrate da nessuna circostanza esterna” .

In una precedente udienza, è stato ascoltato il collaboratore di giustizia Dario Toma, l’ex braccio destro di Gianni di De Tommasi, nome storico della Scu e “capo bastone” di Campi Salentina. Il sostituto procuratore della Dda di Lecce Guglielmo Cataldi ha posto alcune domande al “pentito”, tra cui.

  • PM: Ha conosciuto Roberto Valentini detto Scanicchia?
  • Dario Toma: “Sapevo chi era. Ho saputo alla fine del 1995 che è stato ucciso e da chi”

Già dalle prime battute la sensazione è stata quella di essere di fronte ad un “cold case”. Infatti, anche se furono arrestati sia Colazzo che Sirsi, il gip non dispose la convalida. Anche il successivo ricorso in Cassazione del PM fu rigettato e l’omicidio rimase insoluto. Furono soltanto le successive dichiarazioni del collaboratore di giustizia Dario Toma a far nuovamente luce sulla vicenda. Cosicché si arrivò alla chiusura delle indagini del novembre di due anni fa ed al rinvio a giudizio di Colazzo e Sirsi.

L’esecuzione sarebbe maturata per la mancata spartizione di denaro proveniente da affari illeciti.

L’omicidio Valentini rientra nella cosiddetta operazione “Maciste”, coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Lecce Guglielmo Cataldi e incentrata sui principali capi storici della frangia leccese della Sacra Corona Unita e sugli omicidi scaturiti nella lotta per l’egemonia criminale nella faida tra i clan di Lecce-Campi e Surbo.



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