“Sospendere l’attività giudiziaria non urgente”. L’appello dell’Anm in attesa di un adeguato piano vaccinale

“Sospendere l’attività giudiziaria non urgente”. È il grido d’allarme lanciato al governo dalla Giunta Esecutiva Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati

“L’esclusione del comparto giustizia dalla programmazione vaccinale, specie in un momento di grave recrudescenza dell’emergenza pandemica, imporrà fin da subito il sensibile rallentamento di tutte le attività giudiziarie che devono essere necessariamente svolte in presenza, donde l’inevitabile allungamento dei tempi di definizione dei processi”. È il grido d’allarme lanciato al Governo dalla Giunta Esecutiva Centrale dell’Anm (Associazione Nazionale Magistrati).

Nel comunicato viene sottolineato come: “Il nuovo Piano strategico vaccinale, modificando le Linee Guida approvate dal Parlamento nel dicembre 2020, non prevede più, tra i gruppi target di popolazione cui offrire il vaccino in via prioritaria, i lavoratori del comparto giustizia. Il Governo considera, dunque, il servizio giustizia con carattere di minore priorità rispetto ad altri servizi essenziali già sottoposti a vaccinazione, tanto da non ritenere doveroso rafforzare le condizioni che ne consentano la prosecuzione senza l’esposizione a pericolo per gli operatori. ”

Il comunicato poi mette in evidenza che: “Tale decisione, oltre a destare disagio e sconcerto per la totale sottovalutazione dell’essenziale ed improcrastinabile servizio giustizia, appare in assoluta antitesi con gli obiettivi di riduzione dei tempi dei processi imposti dall’Unione Europea e richiamati dalla Ministra Cartabia nelle linee programmatiche esposte recentemente al Parlamento”.

Il comunicato termina così: “ove dovessero inspiegabilmente mancare interventi normativi – che l’elevato e prevedibile numero di contagi e di vittime tra gli operatori di giustizia impongono – volti alla limitazione dell’attività giudiziaria sull’intero territorio nazionale, l’ANM invita i dirigenti degli uffici giudiziari, con la sollecitudine che la gravità del momento richiede, ad adottare, a tutela della salute, energiche misure organizzative al fine di rallentare immediatamente tutte le attività dei rispettivi uffici, senza escludere, nei casi più estremi, anche la sospensione dell’attività giudiziaria non urgente. ”

L’appello di Anm in Puglia

L’Anm di Bari e Lecce ha chiesto che venisse adeguatamente affrontata la questione dell’apertura degli uffici giudiziari e della gestione delle udienze. E attraverso i Presidenti della Giunta Esecutiva della ANM di Bari, Antonio Diella e di Lecce, Maurizio Saso, sottolineano come in regioni rosse come la Puglia, in cui ancora non si è raggiunto il picco dell’epidemia in costante ascesa e in cui la situazione ospedaliera è ogni giorno più grave, si debbano trovare delle contromisure adeguate per prevenire la diffusione del covid.

Non solo, poiché viene messo in evidenza che “nella perdurante quanto incomprensibile esclusione dal piano vaccinale del comparto giustizia, le GES dell’ANM di Bari e Lecce sollecitano i capi degli uffici a concordare urgentemente con i competenti consigli degli ordini degli avvocati immediate misure restrittive delle attività degli uffici a tutela della salute dei cittadini e di tutti gli operatori del settore giustizia onde evitare che la diffusione dei contagi diventi incontrollabile“.

I provvedimenti del Presidente del Tribunale

Intanto, occorre ricordare, è già in vigore da alcuni giorni, un nuovo provvedimento per regolamentare gli accessi nelle sedi giudiziarie e l’organizzazione e lo svolgimento delle udienze, sia in ambito civile che penale. Dopo un primo documento emanato il 16 marzo, il Presidente del Tribunale di Lecce, Roberto Tanisi, ha firmato un ulteriore provvedimento contenente le misure organizzative dell’attività giudiziaria, valide fino al 30 aprile, per coordinare l’attività giudiziaria alle nuove disposizioni emergenziali di cui al D.L. 13.3.2021 nr.30, che ha considerato ‘zona rossa’ la Regione Puglia.

Il Presidente Tanisi, nel nuovo provvedimento, sottolinea l’importanza di scongiurare assembramenti, nelle aule e nei corridoi. E ribadisce, la necessità di “diluire” la trattazione delle udienze filtro in un ambito orario più esteso. Inoltre, aggiunge Tanisi, “la recrudescenza dell’ondata pandemica in atto…..impone a tuti i giudici di valutare con larghezza di vedute e buon senso la concreta fattibilità di eventuali richieste di rinvio formulate dai difensori, che siano motivate dell’impossibilità di movimento o comunque riconducibili all’emergenza in atto“.



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