Sembra una commedia degli equivoci o la trama di un film in cui i buoni rincorrono i cattivi seguendo gli indizi seminati per strada. Peccato che sia tutto vero, tant’è che i protagonisti di questa assurda vicenda sono finiti direttamente in carcere. Nelle scorse ore, infatti, i Carabinieri della stazione di Soleto insieme ai colleghi del nucleo operativo delle compagnie di Maglie e Lecce hanno bussato alla porta di due cinquantenni leccesi stringendo tra le mani un’ordinanza di custodia cautelare in Carcere. A finire in manette sono Fabio Martucci e Paolo Olimpo, volti già noti alle forze dell’ordine e alla cronaca locale con alle spalle un curriculum criminale di tutto rispetto ricco di reati contro il patrimonio. La loro specializzazione? I furti in abitazione, ma l’ultimo gli è costato caro, carissimo.
Esperti, ma maldestri
L’arresto è solo l’ultimo atto di una storia cominciata il 16 ottobre del 2018. Un bel po’ di tempo fa, quindi. Quel giorno, un agente di Polizia Municipale di Zollino notò due persone che si aggiravano con fare sospetto per il paese. Insomma, qualcosa nel comportamento dei due sconosciuti ha spinto l’agente a fermarli per un controllo che non è stato particolarmente “gradito” visto che è nata una lite anche abbastanza animata. Durante la baruffa, uno dei due malviventi si è sfilato il giubbotto per cercare di divincolarsi. È stata una decisione in un certo senso “fatale”. Se grazie alla trovata è riuscito a far perdere le sue tracce, l’indumento abbandonato è diventato una ‘prova’ in mano agli uomini in divisa. Una delle tante che ha permesso ai militari di dare un volto e un nome ai due.
Il giubbotto non è stata l’unica cosa che hanno lasciato. I due hanno abbandonato anche un borsone con all’interno diversi gioielli in oro, 2700 euro in contanti e gli ‘attrezzi del mestiere’: passamontagna, cacciaviti, taglierini e altri arnesi da scasso. Si trattava del bottino racimolato in casa una pensionata ottantenne del posto, ignara della sgradita visita ricevuta. In realtà, non si era accorta di nulla perché non era ancora rientrata a casa.
Altra prova: l’auto
Se, da un lato, la battuta dei carabinieri della compagnia di Maglie, intervenuti immediatamente, non ha permesso di trovare i due malviventi in fuga che, probabilmente, avevano trovato riparo nascondendosi tra le campagne, dall’altro ha permesso di scoprire, poco lontano, una Ford Focus. Ora, in un paese piccolo come Zollino è facile ‘notare’ una macchina diversa, sconosciuta. È bastato ascoltare il racconto di alcuni testimoni per capire che era stata usata dai due malviventi per avvicinarsi all’abitazione presa di mira. La perquisizione accurata ha aggiunto altri indizi a quelli che i militari avevano già in mano. All’interno dell’auto, infatti, c’era un documento di guida e un cellulare.
“Siamo turisti e abbiamo trovato il telefono”
Inutile dire che sulla patente era scritta, nero su bianco, l’identità di uno dei due malviventi. Il telefono, invece, nonostante contenesse una sim intestata a un nigeriano, era sicuramente del complice. Per capirlo è bastato rispondere ad una chiamata in arrivo. Un carabiniere, fingendosi un turista in visita a Lecce, ha raccontato di aver trovato il cellulare ‘smarrito’ per terra. In questo modo, è riuscito a farsi spiattellare le generalità del proprietario.
Qualcuno torna a riprendersi la Ford
Non è finita. I carabinieri della stazione di Soleto hanno raccolto altre prove, i pezzi che mancavano per completare il puzzle. Un accurato sopralluogo a casa della vittima, alcuni testimoni che hanno riconosciuto i due uomini in alcune fotografie, mostrate dagli uomini in divisa e la Ford Focus hanno completato il quadro. La macchina, di proprietà di un parente di uno dei due malviventi non è stata sequestrata in modo da poter identificare chi fosse venuto a ritirarla. Cosa che, infatti, è avvenuta due giorni dopo.
Insomma tanto è bastato per convincere il Gip del Tribunale di Lecce, su richiesta del Pubblico Ministero Micucci ad emettere il provvedimento. I due ladri, esperti ma maldestri, sono stati accompagnati presso la casa circondariale di Lecce una volta concluse le formalità di rito.
