Nella giornata di oggi, gli agenti del Commissariato di Gallipoli hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in un istituto di pena per i minori, nei confronti di un 17enne residente in Toscana che, agendo in concorso con altri sette minori e due maggiorenni, nello scorso mese di giugno si è reso responsabile di una rapina e di due tentate rapine ai danni di comitive di giovani turisti, provenienti, rispettivamente dalla Sicilia, dalla Campania e dalla Lombardia, che stavano trascorrendo le vacanze a Gallipoli.
Le indagini hanno permesso di ricostruire i tre episodi, avvenuti in orario notturno tutti nella giornata del 22 giugno 2025, perpetrati in concorso tra loro da otto soggetti minorenni e da due maggiorenni e di accertare le singole responsabilità in capo a ciascun a delle persone coinvolte, a vario titolo, tutte avvenute nella zona pedonale di Baia Verde, frequentata, anche in orario notturno, da numerosi turisti in quanto luogo di attrazione per la movida giovanile.
Il primo tentativo di rapina, consumato alle prime ore del 22 giugno 2025 nei confronti di una comitiva composta da cinque ragazzi siciliani poco più che maggiorenni, è stato posto in essere dal gruppo, allo scopo di impossessarsi delle somme di denaro delle vittime, mentre rientravano dopo una serata trascorsa in una discoteca della zona. Dopo aver avvicinato i giovani e averli accerchiati così da impedire ogni tentativo di fuga, i rapinatori, di cui alcuni gallipolini e altri toscani, hanno impugnato una bottiglia di vetro che hanno brandito minacciosamente ad altezza d’uomo, intimando alle vittime di consegnare i soldi in loro possesso, con la minaccia di ben più gravi conseguenze in caso di rifiuto. Al rifiuto, l’arrestato ha infranto la bottiglia e l’ha utilizzata per minacciare ulteriormente i siciliani, intimando loro di non muoversi, colpendone uno con un forte calcio sferrato sul ventre e cercando di farne cadere un altro con una serie ripetuta di sgambetti.
La rapina non è stata portata a compimento soltanto poiché i giovani sono riusciti a fuggire in direzione del centro di Gallipoli, sebbene inseguiti dal gruppo di rapinatori almeno fino a quando, gli stessi, consapevoli dell’esistenza di telecamere di videosorveglianza, hanno desistito coprendosi il volto con gli indumenti per non essere identificati.
Dopo pochi minuti, il gruppo ha fermato, lungo lo stesso tratto di strada, due turisti lombardi. Dopo aver sfilato gli occhiali a una delle due vittime, l’arrestato le ha sferrato un violento pugno al volto, continuando a colpirla fino a quando è caduta per terra. Quindi, in concorso con gli altri indagati, ha colpito il malcapitato con numerosi calci sferrati con inaudita violenza in varie parti del corpo, provocandogli lesioni personali giudicate guaribili in 7 giorni, impossessandosi della collanina in oro indossata dallo stesso e della somma di 50 euro, desistendo dal proseguire solo grazie alle urla di alcuni passanti che avevano assistito alla scena.
Infine, intorno alle 23.45, i rapinatori hanno posto in essere un tentativo di rapina ai danni di alcuni turisti campani, aggredendoli con sputi, lanci di bottiglie di plastica e insulti di matrice territoriale. Anche in tale circostanza, il minore arrestato, dopo aver avvicinato uno dei ragazzi e averlo bloccato, gli ha intimato con violenza e minaccia di consegnargli i soldi e, al suo rifiuto, dopo averlo inseguito e raggiunto insieme agli altri complici, lo bloccato reiterando le richieste di denaro e colpendolo con una serie ripetuta di spintoni mentre un altro rapinatore lo ha colpito violentemente alla schiena con una catena in plastica, utilizzata a mo’ di frusta, fino a quando il giovane non è riuscito a sottrarsi alla violenza e a guadagnare la via di fuga.
Le indagini, coordinate dal Procuratore per i Minorenni di Lecce e svolte dal Commissariato di Polizia di Gallipoli (che si è avvalso, per alcune attività di riscontro, della collaborazione delle Questure di Agrigento, Caserta e Varese) e che hanno visto la collaborazione degli agenti della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura per i Minorenni, hanno compreso non solo l’ascolto delle persone offese e quello delle persone informate sui fatti, ma anche numerosi riscontri fotografici, l’acquisizione e l’analisi delle immagini estrapolate da vari sistemi di videosorveglianzae di quelle realizzate da alcune delle vittime nelle fasi immediatamente successive all’esecuzione dei delitti, oltre che attività di perquisizione e sequestro, sopralluoghi e ulteriori accertamenti.
Tutti gli elementi acquisiti nel corso delle indagini sono confluiti in una richiesta di misura cautelare che il Giudice per le indagini preliminari ha accolto, riconoscendo la sussistenza del grave quadro indiziario a carico di uno degli indagati, già coinvolto in condotte analoghe in Toscana e il pericolo che egli potesse reiterare altri delitti della stessa tipologia, ovvero alterare il quadro accusatorio inducendo le vittime a ritrattare le proprie dichiarazioni.
