Alla vista della Polizia, consegna oltre 20 grammi di cocaina nascosti in casa. Scatta l’arresto per un 45enne

L’uomo non potendo negare l’evidenza a dato ai poliziotti diciotto “cipollette” di cocaina racchiuse in un fazzoletto di carta, nascoste dietro a un portacandele.

Nella giornata di ieri, nell’ambito di un’operazione a largo raggio, finalizzata al contrasto del traffico di stupefacenti, svoltasi nella provincia di Lecce, gli agenti della Squadra Mobile della Questura del capoluogo, diretti dal Vicequestore Alessandro Albini, hanno tratto in arresto in flagranza di reato di Massimo Calosso 45enne, trovato in possesso di 20,27 grammi di cocaina suddivisa in più dosi (le cosiddette “cipollette”) e circa 50 grammi di sostanza da taglio, oltre a somme di denaro provento della sua attività e tutto quanto necessario a porre in essere l’attività di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e/o psicotrope.

In particolare, nella tarda mattinata, ricorrendone i presupposti, i poliziotti hanno provveduto alla perquisizione di un appartamento in via Adda, nella zona compresa tra il quartiere Salesiani e Santa Rosa (già teatro di operazioni di Polizia Giudiziaria, per la stessa tipologia di reato), in uso al 45enne, poiché un’attività informativa si era appreso che l’uomo era dedito allo spaccio di droga, in particolare cocaina, attività che ha attirato la presenza di numerosi tossicodipendenti.

Allo scopo di accertare la veridicità delle informazioni, è stato predisposto un servizio di osservazione, dislocando alcune pattuglie della Mobile, Sezione Antidroga, in modo tale da controllare il portone di ingresso e l’intero stabile utilizzato come luogo di spaccio, sia all’interno, che all’esterno del condominio del domicilio di Calosso.

La segnalazione ha trovato effettivamente riscontro, quando, è stato notato un ragazzo giungere in sella a una bicicletta che, dopo aver suonato al campanello, è entrato nel portone raggiungendo il primo piano e accostandosi alla porta di ingresso dell’alloggio in uso all’arrestato.

Approfittando della circostanza, l’immediato intervento degli uomini di “Viale Otranto”, ha permesso l’accesso all’interno della dimora dove era presente il solo Calosso che, intuito il motivo dell’intervento degli agenti e non potendo negare l’evidenza dei fatti, altro non poteva che consegnare spontaneamente “diciotto cipollette” di cocaina racchiuse in un fazzoletto di carta, occultate dietro un portacandele in ceramica posto su un mobile del disimpegno d’ingresso, a dimostrazione che al classico “abbocco” seguiva una pronta consegna della dose, data l’immediata reperibilità delle dosi preparate preventivamente e anche suddivise in base al diverso peso, tutte confezionate con cellophane di colore bianco racchiuse con nastro gommato di colore nero per un peso complessivo lordo di circa 20 grammi, oltre ad un bilancino elettronico di precisione, funzionante, celato all’interno di un pensile della cucina.

L’acquirente/assuntore è stato identificato e segnalato alla Prefettura di Lecce.

Alle operazioni di perquisizione e ricerca sono state eseguite, mediante l’ausilio di Unità Cinofile in forza alla Polizia di Frontiera di Brindisi e del cane Yaki, verifiche che hanno permesso di trovare tutto il materiale utile al confezionamento e frazionamento: un barattolo di creatina, parzialmente utilizzato; due rotoli di nastro gommato di colore nero intero e un cutter con manico di colore arancione; e, custoditi all’interno di un borsello occultato tra alcuni mobili, la somma di 1.200 euro tutte in banconote da cinquanta.

La sostanza stupefacente in sequestro quale corpo del reato, è stata analizzata presso il Gabinetto di Polizia Scientifica, tramite l’esame “cocaine/crack test” e ha reagito ai componenti della cocaina

Alla luce dei fatti, tenuto conto dei riscontri oggettivi, della sostanza stupefacente e del materiale utile al suo frazionamento e confezionamento rinvenuto, Massimo Calosso è stato tratto in arresto in flagranza di reato e d’intesa con il Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Lecce, è stato associato, in regime di arresti domiciliari presso la sua abitazione di residenza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.



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