“Doppio Gioco” su slot machine illegali. Il gip sull’avvocato arrestato: “Non agiva a difesa del cliente”

E come sottolinea il gip Giovanni Gallo nell’ordinanza: “Rizzo si pone al vertice dell’organizzazione come capo e promotore dell’associazione”.

Un’associazione a delinquere, “capeggiata” da un avvocato. È quanto emerge nell’ordinanza a firma del gip Giovanni Gallo, relativa all’inchiesta “Doppio Gioco”.

Nello specifico, l’avvocato Giovanni Francesco Rizzo (agli arresti domiciliari), secondo l’accusa, provvedeva alle operazioni di prelievo del denaro dai dispositivi illegali. Non solo, poiché gestiva i rapporti con i clienti, contrattando le condizioni del noleggio e garantiva loro consulenza ed assistenza legale, nei procedimenti penali che sorgevano a loro carico, a seguito dei sequestri, dando loro indicazioni per eludere i controlli e dissimulare l’illiceità dei dispositivi.

In una intercettazione telefonica, l’avvocato darebbe indicazioni al figlio del titolare di un circolo in cui erano installate le slot machines illegali, per impedire ai finanzieri di risalire a lui ed ai fratelli nel corso di un controllo.

Figlio del titolare: “C’ho la finanza nel locale”

Giovanni Francesco Rizzo: “ehm dovrai dire che da poco che li avevi acquistati” punto e basta…adesso sequestreranno tutto…hai capito?! Io le avevo qualche giorno fa le avevo acquistate. Punto….da chi?…è passato un camioncino bianco”.

E poi, ritiene l’accusa, l’avvocato gestiva il rapporto con un presunto prestanome provvedendo a corrisponde regli (assieme ai fratelli) periodicamente somme di denaro in cambio della fittizia intestazione di un’impresa con la quale i fratelli Rizzo distribuivano dispostivi di gioco illegale.

Ecco uno stralcio dell’intercettazione tra il prestanome ed un altro interlocutore.

Prestanome: “ha mandato i soldi per farmi passa Pasqua”….settecento euro mi ha mandato ( i fatti si riferiscono al 2018, n.d.r.).

Non solo, poiché l’avvocato Rizzo corrispondeva i soldi anche per il tramite dei dipendenti che si recavano presso gli esercizi commerciali a ritirare il denaro dai dispositivi elettronici.

Avvocato: “li dovete dare 400 euro”.

Segretaria:” Quattrocento compreso le cento del sabato sono?”

Avvocato: “Gli dai 300 più cento!”

Segretaria: “Bene!”

E come sottolinea il gip Gallo nell’ordinanza: “..Rizzo si pone al vertice dell’organizzazione come capo e promotore dell’associazione grazie alla sua esperienza nel settore dei giochi …e la sua competenza in quanto avvocato”.

Non solo, poiché il gip Gallo mette in evidenza nell’ordinanza che: “devono ritenersi pienamente utilizzabili tutte quelle conversazioni nelle quali l’avvocato Giovanni Francesco Rizzo forniva consigli legali ai clienti delle aziende sue e dei suoi fratelli circa i comportamenti da seguire in occasione dei controlli di polizia giudiziaria…..il Rizzo non agiva a difesa della posizione del cliente…ma agiva anche e soprattutto a difesa degli interessi propri..”