Aveva lasciato il carcere solo pochi mesi fa, si era lasciato alle spalle Borgo San Nicola dopo una lunga detenzione, ma una volta tornato in libertà, il volto ‘noto’ di Casarano finito in manette insieme ad un’altra faccia conosciuta, è tornato alle care e vecchie abitudini. Come ricostruito dagli uomini in divisa, con l’aiuto dei suoi sodali si è presentato in un cantiere stradale e avrebbe chiesto all’imprenditore cospicue somme di denaro, assicurandogli non solo la “protezione” necessaria per lavorare tranquillo, ma anche la restituzione di un mezzo rubato proprio dal cantiere. Una delle accuse contestate ai due – arrestatati, in flagranza di reato, dagli Agenti della Polizia di Stato – è proprio quella di estorsione, aggravata dal metodo mafioso. Nel mirino, come detto, era finita una ditta di costruzioni salentina.
I fatti
Per capire tocca riavvolgere il nastro e tornare alla fine del mese di ottobre, quando la Squadra Mobile ha cominciato ad indagare su una presunta estorsione compiuta da alcuni soggetti nel sud Salento, dove erano stati denunciati diversi furti. Erano “spariti” alcuni mezzi da un cantiere e cospicui quantitativi di gasolio. Qui entra in scena il personaggio “noto”, scarcerato al termine di una lunga detenzione per reati di mafia. Secondo quanto ricostruito, l’uomo si sarebbe recato con i suoi sodali in un cantiere stradale e avrebbe chiesto all’imprenditore cospicue somme di denaro, assicurandogli “protezione” oltre che la restituzione di un mezzo rubato, mezzo che era stato ritrovato nelle campagne della provincia barese nei giorni scorsi. Nel corso dell’attività è emerso che, a breve, ci sarebbe stato lo scambio del denaro pattuito.
Con in mano tutti questi elementi, di concerto con i Magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica, gli investigatori della Squadra mobile si sono appostati, non lontano dal cantiere, per cercare di identificare dei responsabili. Il servizio di osservazione ha permesso di dare un volto e un nome agli ‘sconosciuti’. Verso mezzogiorno, infatti, è stata notata un’auto con due soggetti a bordo, riconosciuti come coloro che avrebberofatto le richieste estorsive. Dopo aver documentato lo scambio del denaro, gli uomini in divisa sono intervenuti bloccando i due sospettati, al termine di breve tentativo di fuga. Per questo gli è stata contestata anche l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
La perquisizione ha permesso di confermare quanto osservato: uno di loro aveva la busta con il denaro e circa 24 grammi di cocaina.
Per i due è scattato l’arresto. Risponderanno, a vario titolo, davanti all’Autorità Giudiziaria competente, dei reati di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di sostanza stupefacente.