Strade e piazze affollate, Miozzo: «ma i sindaci che fanno?». Segnalazioni anche a Lecce

Le immagini degli assembramenti hanno spinto gli esperti a ricordare ai cittadini che la zona gialla non significa scampato pericolo né ritorno alla normalità. Duro il coordinatore del Cts Agostino Miozzo

Erano passate solo poche ora dall’annuncio del Ministro della Salute Roberto Speranza con i nuovi colori delle regioni che le città che si sarebbero ritrovate in zona gialla si sono animate di gente, come se dopo settimane di restrizioni e di regole per frenare la curva dei contagi il pericolo fosse scampato, ormai alle spalle. Da Roma a Milano, da Napoli a Torino, le immagini degli assembramenti, delle persone a passeggio, con o senza mascherina, con o senza distanza di sicurezza, hanno “costretto” gli esperti a ricordare che non bisogna abbassare la guardia, che non è tutto finito.

Tra i tanti appelli alla prudenza c’è quello del coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo che pur  riconoscendo che «gli italiani sono esasperati e non vedono l’ora di tornare alla normalità» ha invitato tutti a non ripetere l’errore commesso la scorsa estate, quando molti non hanno compreso che il virus era, come è oggi, attorno a noi. Le conseguenze del “liberi tutti” si sono viste a settembre, quando i contagi sono aumentati verso numeri difficili da gestire. Quel rischio c’è ancora. E ci sono anche le “varianti” a preoccupare, soprattutto per la loro velocità di diffusione.

Prima di concludere il suo appello alla responsabilità, il coordinatore del Cts ha puntato il dito contro i primi cittadini: «Ma i sindaci ch fanno?» ha tuonato, sollecitandoli a fare di più.

«Essere rientrati in area gialla – ha concluso Miozzo – non significa normalità e gli assembramenti visti paiono essere solo la premessa di una esasperata, benché comprensibile, necessità di ritorno alla vita di tutti i giorni che purtroppo non ci possiamo ancora permettere».

Anche a Lecce – e la Puglia è rimasta in zona arancione – non sono mancati gli assembramenti. Nulla a che vedere con la folla notata in via del Corso per lo shopping o ai Navigli di Milano, ma tanto basta a far riflettere. C’è un corto-circuito comunicativo, qualcosa che scatta ogni volta che si lasciano i colori che indicano più rischio. Qualcosa che rende vani gli inviti alla prudenza. E allora che fare?



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