Presunto bullismo in un liceo leccese, chiusa l’inchiesta. Indagato uno studente

Il pm della Procura dei Minori ha notificato l’avviso di conclusione nei confronti di un 17enne, residente in un paese dell’hinterland di Lecce. Risponde delle accuse di maltrattamenti e atti persecutori.

La Procura leccese chiude l’inchiesta sul discusso caso di presunto bullismo in un liceo leccese.

Il pubblico ministero Imerio Tramis ha notificato l’avviso di conclusione nei confronti di un 17enne, residente in un paese dell’hinterland di Lecce. Risponde delle ipotesi di reato di maltrattamenti e atti persecutori. Il pm ritiene che l’indagato fosse consapevole di ciò che faceva, mentre maltrattava il compagno di classe.

Il giovane studente è stato già ascoltato durante le indagini. Assistito dagli avvocati Cristian Gabellone e Marco Elia, ha chiarito la propria posizione, sottolineando come non vi sia stato mai alcun atto di bullismo nei confronti del compagno di classe. Il giovane, assieme ad altri coetanei ( non indagati), avrebbe partecipato ad un gioco di cui era a conoscenza anche la presunta vittima. Inoltre, ritiene la difesa, non vi sarebbe alcuna prova del fatto, che lo studente fosse stato preso a calci e pugni. I ragazzi avrebbero semplicemente “mimato” il gesto e lo scherzo sarebbe stato poi filmato da un compagno di classe ( anche in questa caso, d’accordo con lo studente immortalato dietro la lavagna).

L’ascolto della vittima

Anche la presunta vittima di bullismo, un 17enne dell’istituto Tecnico Industriale “Fermi” di Lecce, è stato sentito alla fine di aprile.
L’ascolto del ragazzo è stato richiesto dal pubblico ministero Imerio Tramis della Procura dei Minori. Dunque, non si è più tenuto il consiglio di classe straordinario previsto in giornata. Poco prima che iniziasse, intorno alle 16:30, Carabinieri si sono infatti presentati a scuola, chiedendo di annullare il Consiglio, poiché il pm intendeva prima ascoltare lo studente.

Il ragazzo assistito dagli avvocati Giovanni Montagna e Giorgio Pasca ha risposto alle domande del magistrato inquirente. L’ascolto è durato oltre un’ora e si è svolto presso la caserma dei carabinieri. Il giovane avrebbe confermato le accuse.

L’inchiesta

Nel mese di aprile è stata infatti aperta un’inchiesta.

La vicenda, dal grande clamore mediatico, è venuta fuori, attraverso un video realizzato da un compagno di classe della presunta vittima di bullismo, poi consegnato alla madre del ragazzo.

Fino a quel momento, il 17enne avrebbe nascosto i lividi delle umiliazioni subite, trovando delle scuse per quelle piccole ferite su braccia e gambe che si era “procurato in palestra”, almeno così diceva. Alla mamma che gli chiedeva spiegazioni quando ha scoperto il video-choc delle presunte violenze subite in classe ha cercato di minimizzare.

Alla fine sarebbe crollato e avrebbe confidato quello che viveva ogni giorno tra i banchi di scuola. Non c’è solo l’episodio immortalato con lo smartphone. Il ragazzo, in base a quanto denunciato nell’esposto presentato in Procura, sarebbe anche stato usato come “cancellino” umano per pulire la lavagna con la maglietta.



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