Intascò 30mila euro dalla zia malata e benestante? Chiesta condanna a 3 anni ed 8 mesi per il nipote

Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e condotte dagli uomini della Gdf di Lecce, hanno preso il via dalla denuncia di un altro nipote.

La Procura chiede la condanna per un 65enne accusato di essersi appropriato di circa 30mila euro dalla zia malata e benestante di cui era amministratore di sostegno.

Il pm Massimiliano Carducci ha invocato la pena di 3 anni ed 8 mesi (con le attenuanti generiche), dinanzi al collegio della seconda sezione penale (presidente Pietro Baffa) nei confronti dell’imputato, difensori degli altri due nipoti della vittima che si erano costituiti parte civile.

Invece, il 25 ottobre prenderà la parola l’avvocato Luigi Covella, difensore dell’imputato che potra dimostrare ai giudici come alla base della denuncia vi fosse stata una “speculazione” tra cugini.

L’inchiesta

Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e condotte dagli uomini della Gdf di Lecce, hanno preso il via dalla denuncia di un nipote.

Secondo l’accusa, un altro nipote-nominato, nell’aprile del 2013, amministratore di sostegno per le precarie condizioni di salute della zia (su decisione del Giudice Tutelare del Tribunale) avrebbe intascato per quasi due anni, svariate somme di denaro dai conti correnti intestati alla stessa. Non meno di 30mila euro, come indicato dallo stesso giudice nel provvedimento di esonero dall’incarico. In che maniera? Giustificando tali prelievi con varie spese: alimentari, di ristorazione, rimborso carburanti, prestazioni di assistenza privata e spese legali. La Procura ritiene però che tali somme fossero spropositate e non necessarie al sostentamento ed alla gestione dell’assistita.

L’anziana e benestante signora morì nei primi mesi del 2015. La vicenda prese inizialmente una piega, degna di un libro di Agatha Christie. In seguito al decesso, infatti, il nipote sporse una prima denuncia, chiedendo ai carabinieri della locale stazione di indagare sulle cause, ritenendo la morte della zia, strana ed improvvisa. Infatti, poche ore prima, l’altro nipote era stato esonerato dal ruolo di amministratore di sostegno (con provvedimento del tribunale) per le sue manchevolezze e obbligato a restituire le somme.

Venne quindi disposta lautopsia che accertò però come l’anziana signora fosse morta per cause naturali, escludendo qualsiasi responsabilità da parte dei parenti.

Ad ogni modo, scattarono i primi accertamenti contabili e alcuni mesi dopo il nipote sporse un’altra denuncia. A seguito di una consulenza tecnica disposta dalla Procura, sarebbero così emersi gli ammanchi sospetti sul conto della donna.