Mazzette in cambio di favori per le protesi? La Procura chiede 13 anni per funzionaria Asl e rappresentante

Le indagini parlano di un rapporto corrotto tra la funzionaria e alcuni imprenditori del settore protesi (ausili ortopedici e audiometrici), basato sullo scambio di denaro e altre regalie.

La Procura “presenta il conto” per la responsabile dell’ufficio assistenza protesi della Asl di Lecce ed un rappresentante di protesi, entrambi coinvolti nell’inchiesta “Buste Pulite” su presunte mazzette in cambio di favori.

Nel corso del processo con il rito abbreviato, dinanzi al gup Cinzia Vergine, la Pubblica Accusa rappresentata dai pm Roberta Licci e Massimiliano Carducci, ha invocato la condanna a 7 anni e 4 mesi per Carmen Genovasi, 46 anni di San Pietro in Lama e 6 anni per Giuseppe Bruno, 57enne di Collemeto.

La Genovasi è difesa dagli avvocati Sabrina Conte e Stefano De Francesco. Invece, Giuseppe Bruno, 57enne di Collemeto è difeso dagli avvocati Carlo Caracuta e Luigi Rella.

Il collegio difensivo ha discusso nella giornata odierna. Il giudice ha rinviato al 5 novembre per le “repliche” della Procura e per il pronunciamento della sentenza.

La Asl di Lecce si è costituita parte civile in una scorsa udienza con l’avvocato Massimo Manfreda.

Invece, altri due imputati hanno già patteggiato la pena, davanti al gup Simona Panzera. Si tratta dell’imprenditore Pietro Bonetti, 71anni leccese (3 anni e 6 mesi), difeso dagli avvocati Amilcare Tana e Vincenzo Licci e la rappresentante di protesi Monica Franchini, 49 anni, di Lecce ( 2 anni con pena sospesa), difesa dall’avvocato Luigi Covella.

I quattro imputati rispondono a vario titolo ed in diversa misura di: corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente da parte della P.A. e falso ideologico continuato in atto pubblico.

Gli arresti

Nel giugno scorso, i militari del Gico hanno compiuto un blitz nell’Ufficio protesi, all’ex ospedale in piazzetta Bottazzi, dove il rappresentante di protesi sarebbe stato sorpreso mentre consegnava alla funzionaria 850 euro in cambio, di prescrizioni già autorizzate da portare poi all’Asl di Lecce per l’incasso. E poche ore dopo, sono stati eseguiti quattro arresti nell’inchiesta “Buste Pulite”. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Lecce, infatti, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere a firma del gip Giovanni Gallo per Carmen Genovasi e per Giuseppe Bruno. Ed agli arresti domiciliari, nei confronti dell’imprenditore Pietro Bonetti e della rappresentante di protesi Monica Franchini.

La Genovasi e Bruno, nelle scorse settimane, hanno ottenuto gli arresti domiciliari.

Le accuse

Le indagini parlano di un rapporto corrotto tra la funzionaria e alcuni imprenditori del settore protesi (ausili ortopedici e audiometrici), basato sullo scambio di denaro e altre regalie. Secondo gli investigatori, la funzionaria assegnava le pratiche ai singoli imprenditori direttamente, di fatto ignorando il diritto del paziente di scegliere le protesi, spesso pagandole più del dovuto o fornendo ausili non esattamente adeguati alle necessità.

Oltre al denaro contante, i finanzieri hanno documentato numerose altre utilità scambiate al fine di ottenere le pratiche di assegnazione delle pubbliche forniture, tra cui la falsa assunzione del marito della funzionaria da parte di un imprenditore, poco tempo dopo licenziato per ottenere il beneficio dell’“indennità di disoccupazione”, un aspirapolvere del valore di 200 euro, caciotte, uno smartphone del valore di 1.100 euro, nonché i D.P.I. (dispositivi di protezione individuale), difficilmente reperibili e venduti a peso d’oro durante il blocco totale del Paese dovuto all’emergenza epidemiologica.

L’altro troncone d’indagine

Proseguono le indagini relativi ad una costola dell’inchiesta. Sono indagati a piede libero: il politico Fabio Campobasso, 52 anni di Lecce, attualmente coordinatore cittadino di “Voce popolare” e marito della Franchini. E poi G. R., 46 anni di San Pietro in Lama, marito della Genovasi; V. S., 52enne di Presicce-Acquarica del Capo; M. B., 30enne di Lecce.



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