L’autopsia per fare luce sulla morte del madonnaro: “Una forte emorragia cerebrale”. S’indaga per omicidio preterintenzionale

Ancora non è chiaro se Leonardo Vitale sia stato colpito o se sia caduto nel corso di una colluttazione. Domani si svolgerà l’udienza di convalida del 23enne sottoposto a fermo.

Una forte emorragia cerebrale ha causato il decesso di Leonardo Vitale, 69enne di Oria, artista di strada. È il primo responso dell’autopsia eseguita questa mattina dal medico legale Alberto Tortorella. Sarà l’esito della Tac, però, a chiarire se il madonnaro sia stato colpito in testa o se sia caduto nel corso di una colluttazione, battendo il capo.

E nella giornata di domani, davanti al gip Alessandra Sermarini, si svolgerà presso il carcere di Borgo San Nicola, l’udienza di convalida del fermo di Mamadou Lamin, 23enne, nato in Senegal, in Italia senza fissa dimora. Il giovane deve difendersi dall’accusa di omicidio preterintenzionale con l’aggravante della minorata difesa della vittima e rapina aggravata, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Giorgia Villa e condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Lecce, diretti dal Vicequestore Alessandro Albini.

Mamadou Lamin, assistito di fiducia dall’avvocato Maurizio My, potrà confermare quanto detto davanti al pm in Questura, o avvalersi della facoltà di non rispondere.

Il 23enne, nella serata di mercoledì, ha confessato la rapina, ma ha dichiarato che non voleva uccidere il 69enne. Non solo, poiché non si era neanche reso conto che fosse in gravi condizioni ed ha saputo che era morto in ospedale, dopo sei giorni di coma, quando è stato rintracciato dai poliziotti.

I fatti

La notte del 4 ottobre, a seguito di una segnalazione al 113, i poliziotti dell’Ufficio Volanti, una volta sul posto, in via Quarta angolo in via Don Bosco, hanno constatato la presenza di un uomo in stato di incoscienza, riverso sul marciapiede e che presentava una ferita nella parte posteriore della testa, ematomi ed escoriazioni al volto. Data la criticità delle ferite, i sanitari lo hanno trasportato presso il “Vito Fazzi”, dove è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico a seguito del quale, a causa delle sopraggiunte complicazioni, l’11 ottobre è stato dichiarato morto. Il figlio della vittima, assistito dagli avvocati dello “Sportello dei Diritti”, ha presentato due denunce.

Le indagini

Sono state “mappate” tutta una serie di telecamere di videosorveglianza. Proprio da questo lavoro certosino di raccolta e visione, sono state ricostruite non solo tutte le fasi antecedenti alla rapina, sin dall’1.00 circa del 4 ottobre, ma anche di individuare, il responsabile dei fatti. La visione delle immagini ha consentito di ricostruire l’itinerario svolto dal madonnaro fino al momento dell’aggressione, sempre seguito a breve distanza dall’indagato. La ricostruzione del tragitto si è fermato in via Quarta angolo in via Don Bosco, quando Mamadou ha aggredito la vittima con l’intento di portargli via il carrellino.

Successivamente all’aggressione, sono state acquisite altre immagini che hanno chiarito anche la via di fuga dell’aggressore, sempre con al seguito il trolley. Lo stesso è stato immortalato mentre correva lungo via Don Bosco per poi imboccare via Montegrappa dove si è fermato sul ciglio della strada per rovistare all’interno dello zaino e poi accedere in una vicina area condominiale da dove è uscito subito dopo portando con sé una bicicletta rubata all’interno.

Ritenendo che avesse abbandonato lo zaino rubato a Vitale, gli investigatori dopo una accurata verifica, hanno rinvenuto e sequestrato, al di là del muro di cinta dell’area condominiale, la borsa al cui interno vi era tutta l’attrezzatura da artista di strada, anche se sono risultati mancare il sacchetto con le monete e il telefono cellulare.



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