Presunto giro di corruzione, falso e frode. Chiusa l’inchiesta. 28 indagati

Tra di essi compare anche l’ex vice sindaco di Sannicola, Cosimo Piccione, attorno al quale, secondo l’accusa, ruotava il centro del sistema.

C’è la chiusura della maxi inchiesta, con 28 indagati, su un presunto giro di appalti pilotati, in cambio di favori personali e voti, e tra i quali compare anche l’ex vice sindaco di Sannicola, Cosimo Piccione. Il 59enne era finito in carcere, il 10 luglio scorso, dopo essere stato arrestato insieme ad altre 7 persone (ai domiciliari). Piccione ha poi ottenuto gli arresti domiciliari, dopo le dimissioni dalle cariche di vice sindaco, assessore e consigliere comunale.

In queste ore, Cosimo Piccione è stato raggiunto dall’avviso di conclusione delle indagini e potrà chiedere di essere interrogato, prima che il pm Patrizia Ciccarese chieda il rinvio a giudizio e dunque il processo.

Tra i 28 compaiono anche il sindaco di Sannicola, Graziano Scorrano che risulta indagato a piede libero per turbativa d’asta.

E poi, i dipendenti comunali (all’epoca dei fatti) Cosimo Leo, Gianpaolo Miglietta e Marco Mario Prontera. E ancora, Annunziata Fiorella Rocca, funzionaria del Comune di Sannicola e Giordano Carrozzo, Maria Pia Gioffreda (ex consigliera comunale), Walter Cosimo Pennetta.  E ancora,  i rappresentanti di cinque società. Si tratta di Maraschio bus, Nalba società cooperativa, Perulli srl, Salvatore Simone srl e Trio Oronzo.

Invece, è caduta l’accusa di abuso d’ufficio, poiché il reato è stato abrogato.

Il collegio difensivo

Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Luigi Corvaglia, Luigi Covella, Amilcare Tana, Francesco Vergine, Roberto Sisto, Luciano Ancora, Andrea Sambati, Antonio Savoia, Giorgio Caroli.

Il centro del sistema, secondo l’accusa, ruotava attorno all’ex sindaco di Sannicola, considerato il promotore di un’associazione per delinquere. Piccione avrebbe posizionato nei posti chiave del comune, una serie di funzionari per condizionare l’andamento della macchina amministrativa (anche dopo la scadenza del mandato di sindaco).

La “rete” sarebbe riuscita, per anni, a pilotare l’assegnazione di appalti pubblici, come quello della messa in sicurezza della scuola primaria o la realizzazione di una velostazione. E ancora per l’affidamento del servizio scuolabus e l’esito di concorsi banditi dal Comune di Sannicola, come quello di istruttore amministrativo.

Tra i casi più eclatanti, emersi nel corso delle indagini, la concessione degli impianti sportivi del Parco del Sergente.

Piccione risponde anche di corruzione in atti giudiziari, poiché avrebbe “condizionato” alcune testimonianze nel corso di un processo penale, offrendo favori come l’istallazione di dissuasori per la sosta dei veicoli. Il riferimento è al processo per presunto mobbing ai danni della funzionaria, all’epoca dei fatti, del settore urbanistica, Silvia Tunno. E proprio nel giorno dell’arresto di Piccione, è arrivata per lui anche la condanna ad 1 anno di reclusione (pena sospesa)  per stalking.

I 28 indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Luigi Corvaglia, Luigi Covella, Amilcare Tana, Francesco Vergine, Roberto Sisto, Luciano Ancora, Andrea Sambati, Antonio Savoia, Giorgio Caroli.

Tra le parti offese vi sono: il Comune di Sannicola ed il Ministero per l’istruzione.