Le ipotesi di reato, confluite nell’avviso di conclusione delle indagini, sono false comunicazioni sociali e truffa ai danni della Regione Puglia ai fini del conseguimento del finanziamento di 600mila euro (con il quale è stata realizzata la struttura) e della persona offesa e querelante, assistita dall’avvocato Giancarlo Sparascio, già costituitasi parte civile in un altro processo penale pendente contro le stesse persone, sempre per contestazioni di false comunicazioni sociali ed impedito controllo.
In base a quanto sostenuto dalla denunciante, che ha dato il via all’inchiesta, il meccanismo della truffa sarebbe consistito nell’escludere completamente una società dalla gestione della struttura, pur risultando la principale destinataria del finanziamento pubblico, relegandosi a mera società di comodo immobiliare in perdita sistemica in violazione del bando regionale. Per tale ragione, una socia sarebbe stata costretta a recedere dalla società, per non rendersi compartecipe della truffa, in tal modo perdendo completamente il proprio investimento di 346mila euro.
Il secondo procedimento concerne i bilanci degli anni 2018 e 2019 e si cumula ad un primo processo in avanzata fase dibattimentale, in cui sono contestate le condotte di impedito controllo e false comunicazioni sociali per gli anni 2016 e 2017.
I quattro indagati ( a cui va aggiunta la società) hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o per produrre memorie difensive. Sono difesi dagli avvocati Giuseppe e Michele Bonsegna, Marcello Urso, Guendalina Pascali.
