Arriva la condanna a 6 anni di reclusione per l’uomo accusato di avere lanciato una pietra contro un automobilista e di averlo preso a pugni e rapinato dopo avergli puntato un coltello alla gola.
I giudici della seconda sezione collegiale (presidente Pietro Baffa) hanno inflitto la pena di 6 anni di reclusione per Gianluca Tarantini, 44enne leccese.
In precedenza, il pubblico ministero Maria Consolata Moschettini ha invocato la pena di 7 anni. È stata invece assolta la compagna anch’ella accusata di rapina aggravata. Sono entrambi difesi dall’avvocato Paolo Golia che potrà proporre ricorso in Appello una volta depositate le motivazioni.
Il legale, in sede di discussione, ha evidenziato come l’aggressione fosse dovuta alle avances dell’automobilista verso la compagna. E come, invece, la rapina non sia attribuibile al proprio assistito.
Il 44enne leccese venne arrestato e ristretto ai domiciliari dai carabinieri della stazione di “Lecce Santa Rosa”, su ordinanza del gip, richiesta dal pm Maria Vallefuoco. In seguito la misura cautelare è stata revocata su istanza della difesa.
Le indagini hanno preso il via dalla denuncia dell’automobilista su quanto accaduto il 12 luglio del 2020 a Lecce, nei pressi della chiesa dell’Idria. La vittima ha riferito che dopo essersi fermato a causa del lancio di pietre, è stato avvicinato dal 44enne, a volto scoperto, lo ha costretto dopo una serie di pugni in faccia e sotto la minaccia di un coltello, a consegnare la somma di 30 euro che aveva nel portafoglio.
