Assalta un taxi di tifosi della Roma, ultrà del Lecce condannato ad un anno e mezzo

È stato condannato ad un anno e sei mesi l’ultrà del Lecce che, insieme ad altri tifosi, ha preso di mira un taxi con sei romanisti diretti allo stadio.

Il processo per direttissima dell’ultrà del Lecce si è concluso con una condanna ad un anno e sei mesi di reclusione. Torna in libertà, vista la sospensione della pena, Leonardo Errico, il 22enne di Erchie arrestato dagli agenti della Digos domenica pomeriggio, subito dopo l’assalto al taxi con a bordo sei tifosi della Roma. Il giudice monocratico Fabrizio Malagnino ha accolto il patteggiamento “concordato” dall’avvocato Domenico Campanella con il Pubblico Ministero Maria Rosaria Micucci, disponendo oltre alla sospensione della pena anche la non menzione della condanna.

Non solo, il giovane supporter giallorosso – che era finito in manette con le accuse di lancio di materiale pericoloso, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale aggravata – non potrà più avvicinarsi allo Stadio per due anni.

L’assalto

Poco prima della partita Lecce-Roma, in programma alle 15.00, un taxi che stava accompagnando sei tifosi della squadra della Capitale al via del Mare è stato preso di mira da un centinaio di ultras, alcuni con il volto coperto con sciarpe e magliette. Teatro dello scontro la rotatoria della provinciale 364, che da San Cataldo conduce in città, gremita di spettatori – tra cui anche famiglie con bambini – diretti allo stadio per vedere la partita e costretti ad assistere al lancio di bottiglie di vetro, sassi e pietre verso l’auto con a bordo i sei romanisti. Nessuno, fortunatamente, è rimasto ferito.

Il giovane brindisino è stato fermato dopo aver partecipato all’azione, mentre raccoglieva una bottiglia di vetro da terra. Era pronto a scagliarla contro gli agenti, ma è finito in manette. Nell’udienza in cui è stato convalidato l’arresto si è avvalso della falcoltà di non rispondere. Non ha risposto alle domande del Giudice, insomma.

Le indagini della Digos non sono certo concluse. Gli uomini in divisa sono al lavoro per dare un volto e un nome agli altri componenti del gruppo che ha accerchiato il taxi.