“Non ne voglio più sapere di ragazze e di galantuomini”: l’interrogatorio di Emilio Arnesano

Il pubblico ministero ha raccontato la sua versione dei fatti nel corso dell’interrogatorio di garanzia del 7 dicembre scorso, pochi giorn dopo lo ‘scandalo giudiziario’.

Ammette in alcuni casi di aver sbagliato, chiedendo scusa alla sua famiglia, ma respinge altre infamanti accuse. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia del 7 dicembre scorso, Emilio Arnesano finito in carcere appena quattro giorni prima ha riferito agli inquirenti: “Qualche leggerezza l’ho commessa, ma non sono il mostro che mi descrivono qui dentro”.

Riguardo il rapporto con le avvocatesse coinvolte nell’inchiesta afferma “Mi ha preso questa mano qua di queste benedette ragazze, ma adesso basta. Non ne voglio più sapere né di ragazze né di quei galantuomini. Chiederò scusa a mia moglie e a mio figlio”.

Si è poi soffermato sui rapporti con Ottavio Narracci e ha negato le accuse (come fatto dallo stesso Direttore dell’Asl) “Io capito in un’udienza penale per processi che seguo io, in cui c’è anche questo processo Narracci della dottoressa Mignone”.

Riguardo le battute di caccia e altri favori ricevuti dai medici, in cambio di aiuti giudiziari, afferma: “Non mi sono mai messo a disposizione: io mi sono prestato solo per amicizia”. E poi dice, “Nego il nesso di causalità. Questo non c’era.”

E gli stessi medici, Giorgio Trianni, primario di Neurologia del Fazzi, Giuseppe Rollo, primario di Ortopedia del Fazzi e Carlo Siciliano Dirigente Asl, sentiti dagli inquirenti, hanno sostenuto che i rapporti con Arnesano fossero di “mera conoscenza”.

Infine, il pm finito in carcere (ora ai domiciliari) ha lanciato un appello al Procuratore di Potenza, affermando: “Restitutitemi alla mia famiglia, non mi lasciate qui dentro”.



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