La sicurezza prima di tutto, controlli della Polizia di Stato sui detentori di armi

L’attività è svolta dall’Ufficio Armi della Divisione Pas della Questura, in collaborazione con le Squadre Amministrative dei Commissariati della provincia

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In Italia la disciplina sulla detenzione e il porto d’armi è tra le più stringenti d’Europa. Al centro di questo sistema di controllo, nel cuore del Salento, si colloca l’attività costante e meticolosa dell’Ufficio Armi della Divisione Pas della Questura di Lecce, in collaborazione con le Squadre Amministrative dei Commissariati di P.S. di Galatina, Nardò, Gallipoli, Otranto e Taurisano.

L’operato di questi uffici è una “attività invisibile” ma essenziale, finalizzata alla tutela dell’incolumità dei cittadini. Si concentra sul monitoraggio continuo dei detentori di armi per accertare che mantengano nel tempo i requisiti psico-fisici e l’affidabilità necessari per essere titolari di un titolo di polizia.

Il principio cardine della normativa italiana è il divieto assoluto di portare armi. La concessione di un porto d’armi, che è di natura discrezionale da parte dell’Autorità di P.S., rappresenta un’eccezione che viene accordata solo dopo una serie di accertamenti sulla persona e sul suo contesto familiare e sociale, volti a garantire il buon uso del titolo.

In particolare gli uffici provvedono alla verifica periodica dei requisiti: Ogni cinque anni i detentori devono presentare un certificato medico che attesti il mantenimento della buona salute psicofisica  e a un’attività preventiva: si ritirano cautelarmente le armi a coloro che, a seguito di indagini o segnalazioni, stiano attraversando un periodo di disagio psicologico, o siano coinvolti in situazioni di conflittualità (familiare, di vicinato, lavorativa, ecc.), elementi che minano la loro affidabilità.

I detentori di armi devono mantenere aggiornata la documentazione di idoneità è fondamentale. Il certificato medico di buona salute psicofisica è il documento principale.

A tal proposito, è cruciale ricordare l’obbligo introdotto dall’art. 3, comma 2 del D.L.vo n. 104 del 10.8.2018 (che ha modificato l’art. 38 del TULPS):

La mancata presentazione di tale certificato può portare il Prefetto a vietare la detenzione delle armi denunciate.

Sono obbligati alla presentazione tutti i possessori di armi comuni da sparo, inclusi i collezionisti di armi comuni. L’obbligo, però, non si applica ai collezionisti di sole armi antiche, artistiche o rare.

Il certificato deve essere rilasciato dal settore medico-legale delle Asl, dagli Uffici Medico Legali o da un Medico Militare, previa esibizione del certificato anamnestico rilasciato dal medico curante.

Un aspetto delicato e frequente riguarda gli eredi. Al decesso del congiunto, le armi e munizioni in casa non possono essere detenute legalmente senza una tempestiva comunicazione all’Autorità di Pubblica Sicurezza (Questura, Commissariati o Carabinieri) e il possesso di un valido titolo di polizia (nulla osta per la detenzione o licenza di porto d’armi).

In caso di eredità di armi, bisognerà dare comunicazione immediata, bisognerà avvisare l’Autorità di P.S. del luogo di residenza.

Gli eredi non interessati al possesso, dovranno cedere le armi a un’armeria o a persona con licenza di porto d’armi valida, comunicando immediatamente la cessione all’Autorità di P.S., o contattare l’Autorità di Pubblica Sicurezza per concordare il ritiro delle armi ai fini della rottamazione. In caso di più eredi, tutti devono compilare una dichiarazione di rinuncia al possesso e consenso alla rottamazione.

L’impegno congiunto della Questura di Lecce e dei Commissariati di Galatina, Nardò, Gallipoli, Otranto e Taurisano ha prodotto un significativo impatto sulla sicurezza, come dimostrano i dati riepilogativi dell’attività svolta dall’inizio dell’anno.

In questo periodo, sono stati controllati 577 detentori, ritirate per rottamazione 150 armi, rottamate 268, ritirate cautelarmente 81 armi, diffidati a regolarizzarsi 229 possessori, deferiti all’Autorità Giudiziaria (art. 697 c.p. – detenzione illegale e art. 38 TULPS – omessa denuncia) 4 proprietari, è stato negato il rilascio o il rinnovo dell’autorizzazione in 38 casi e sono stati revocati 28 porti d’arma.