De Marco scrive in carcere sul duplice omicidio: “Una parte di me prova dispiacere, un’altra è contenta”

Il materiale è stato rinvenuto nel corso di un controllo in carcere del 29 ottobre e poi posto sotto sequestro.

Una serie di scritti ed un fumetto in cui De Marco prova a “spiegare”, spesso immedesimandosi con personaggi di fantasia, i motivi che l’hanno portato a compiere il duplice omicidio di via Montello. E in cui oscilla tra una sorta di compiacimento per quanto fatto ed un sentimento di pentimento.

Il materiale è stato rinvenuto nel corso di un controllo in carcere del 29 ottobre e poi posto sotto sequestro.
Nel primo foglietto viene menzionato un personaggio del romanzo “Cime Tempestose“, al quale sembra paragonarsi. “Heatchcliff incarna il male …Io sono Heatchcliff, può anche se essere interpretato come il grido di un sentimento di libertà”. In un altro foglio, invece, De Marco riporta una dissertazione sui 10 cuochi santi, con particolare riferimento ad AZRAEL, il nome tradizionalmente attribuito nell’Islam all'”arcangelo della morte”.

In altri scritti, invece, il 22enne afferma: “Ancora mi chiedo come diavolo ho fatto. Che razza di mostro sono“. E nei fogli successivi si interroga sulle proprie difficoltà a relazionarsi con gli altri, sostenendo: ” …ero sempre più triste, sempre più solo e scoppiavo a piangere e dopo le lacrime c’era solo la rabbia dentro di me che voleva uscire per distruggere tutto”. E in un’altra annotazione emergono tracce del movente del duplice omicidio, e e lo studente 22enne dice:”Quanto odio la mia vita, la odio. Io ho ucciso Daniele ed Eleonora, perché volevo vendicarmi; perché la mia vita doveva essere così triste e quella degli altri così allegra? Perché non mi sono mai sentito padrone di fare qualcosa di divertente”.

E nel foglio successivo, dice: ” Questo omicidio è la cosa che più mi spezza: una parte di me prova dispiacere ( ma solo quello) un’altra è contenta …..si ….è felice di aver dato 60 colettellate, poi c’è un’altra parte che avrebbe voluto fare una strage”. E successivamente, De Marco afferma: E la cosa peggiore è che se fossi all’esterno il mio impulso di uccidere sarebbe ritornato, sarei scoppiato a piangere, mi sarei arrabbiato, avrei fantasticato su come uccidere qualcuno e poi sarei andato a comprare patatine e schifezze varie….ed aggiunge,” per me uccidere è facile…ma se uccidere non mi ha fatto ottenere nulla, allora probabilmente sentirei l’impulso di farlo ancora?”
E ancora De Marco annota: .. .E poi ho ricordato quella sera, la sera dell’omicidio, .. E per la prima volta ho provato un vero dispiacere…però ora che ci penso non sento le stesse cose che ho sentito l’altro giorno…ma forse pian piano mi sto avvicinando ad un pentimento, lo sento! E nel foglio successivo, De Marco esordisce dicendo: Certe volte mi sembra di essere un vero mostro e la cosa peggiore è che sento che a una parte di me piace questa idea”.



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