Durante un servizio di controllo del territorio, una pattuglia della Stazione dei Carabinieri di Galatone si è imbattuta in una situazione che, a prima vista, è sembrata rientrare nella consueta routine delle attività mattutine nelle campagne locali.
Un dettaglio, però, ha subito attirato l’attenzione dei militari: un furgone che procedeva lentamente lungo la contrada Orelle–Campilatini nel territorio di Galatone, con il cassone visibilmente appesantito. Alla richiesta di arrestare la marcia, il conducente ha dichiarato di trasportare materiale edile di risulta, spiegando che si trattava di scarti provenienti da lavori di ristrutturazione eseguiti da una piccola impresa edile facente capo al fratello. Tuttavia, l’uomo non è stato in grado di esibire il formulario di identificazione dei rifiuti, documento obbligatorio per autorizzarne il trasporto e tracciarne la provenienza.
Insospettiti dall’assenza della documentazione e dalle circostanze complessive, i Carabinieri hanno ampliato i controlli nell’area circostante. È stato sufficiente poco tempo per individuare, nel territorio del comune di Seclì, un terreno nascosto dalla vegetazione e adibito a discarica abusiva.
Nell’area, di proprietà privata e priva di qualsiasi autorizzazione, erano presenti rifiuti non pericolosi – come scarti edilizi ed elettrodomestici dismessi – ma anche materiali potenzialmente pericolosi, tra cui oli minerali esausti e frammenti riconducibili a manufatti contenenti amianto.
I militari hanno immediatamente delimitato la zona interessata, procedendo contestualmente al sequestro del furgone e del materiale trasportato.
La posizione precisa del sito è stata trasmessa alle autorità competenti, affinché siano svolte le necessarie verifiche ambientali e programmati gli interventi di bonifica del terreno.
Sono attualmente in corso approfondite indagini per ricostruire l’intera filiera di provenienza dei rifiuti e accertare eventuali responsabilità, anche in relazione alla gestione e allo smaltimento illecito da parte della società edile coinvolta.
La Procura della Repubblica di Lecce, insieme agli organismi ambientali competenti, è stata immediatamente informata dai Carabinieri, che proseguono nelle attività investigative con l’obiettivo di tutelare l’ambiente e garantire il rispetto della normativa vigente.
Al momento sono stati segnalati due uomini del luogo, un 75enne e un 45enne.
Naturalmente, il procedimento si trova nella fase preliminare e che l’eventuale colpevolezza in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
