Arriva il dissequestro dei beni per un commerciante, condannato in passato per associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Il collegio della prima sezione collegiale (Presidente Stefano Sernia) ha disposto la revoca del sequestro per il 55enne di Campi Salentina, Paolo Spalluto.
Il collegio ha, dunque, accolto la linea difensiva degli avvocati Paolo Spalluto, Antonio De Mauro e Pasquale Annicchiarico che hanno dimostrato come la presunzione “semel mafioso semper mafioso“, applicata alle misure di prevenzione, non è più ammissibile.
Nel procedimento applicativo, ha sostenuto la difesa, è necessario accertare il requisito della attualità della pericolosità del proposto senza possibilità di ricorrere a presunzioni.
A carico di Paolo Spalluto, inoltre, non emergevano, dagli atti, elementi significativi della pericolosità sociale, non potendo ragionevolmente sostenersi che possa vivere di proventi di attività illecita e che sia dedito abitualmente a traffici delittuosi. Lo Spalluto, infatti, ha una sola condanna alle spalle e da tempo si occupa di attività lavorative lecite nell’ambito del commercio di beni alimentari.
Ricordiamo che il 12 ottobre del 2018, la Direzione Investigativa Antimafia di Lecce ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro di beni emesso dal Tribunale di Lecce, Ufficio Misure di Prevenzione, nei confronti di Spalluto.
Il provvedimento scaturiva da complesse e articolate indagini patrimoniali e finanziarie che evidenziavano come il patrimonio dell’uomo fosse sproporzionato rispetto alle entrate lecite di tutto il nucleo familiare e, pertanto, riconducibile a proventi di attività delittuose, così come sanzionato dalle previsioni del Codice Antimafia.
Il sequestro ha interessato diversi beni mobili e immobili tra cui, quote di società, un supermercato, motoveicoli e autoveicoli, di cui uno di grossa cilindrata e numerosi rapporti bancari.